Merletti:”Bisognerebbe pensare al piccolo, non in piccolo”
Cassa integrazione, agenzia delle entrate, finanziaria, made in italy: le opinioni del presidente di Associazioni Artigiani
Sono parecchi gli argomenti economici affrontati in questa settimana e che anche Varesenews ha affrontato. Il presidente di Associazione Artigiani – Confartigianato Varese Giorgio Merletti ha affrontato così gli argomenti principali:
Tredicesime e Cassa Integrazione
La discrepanza tra ore di cassa integrazione richieste ed ore effettivamente godute conduce quasi sempre ad errori di valutazione. Perché l’Inps, solitamente, non conforma i dati tra ore richieste ed effettive e perché ottenere tali statistiche con precisione è difficile. Quindi sì, le tredicesime varesine saranno più leggere, ed è un’affermazione di fronte alla quale, purtroppo, non ci si trova impreparati. Si è lavorato meno, quindi i dati dell’Associazione industriale bresciana, anche se sovrastimati, non dovrebbero sconcertare. E’ stato proprio Raffaele Cattaneo, Assessore alle Infrastrutture della Regione Lombardia invitato pochi giorni fa alle Ville Ponti di Varese, a ricordare una percentuale sconcertante: nel settembre 2009 la provincia di Varese ha raggiunto il record italiano della cassa integrazione con 11,8 milioni di ore. Inoltre, solo nel nostro territorio sono 70.000 i cassintegrati su un totale di 600.000 in tutta Italia.
Made In Italy
Da parte nostra preferiamo tutelare e difendere la qualità italiana. Quel "ben fatto" che è già stato preso in considerazione dalla Legge sul "Made in Italy". E di legge ne basta una: uguale per tutti, a maglie strette e diretta a premiare quell’imprenditoria che onestamente traccia la filiera del prodotto per potersi meritare il "Made in Italy". La tutela dell’occupazione passa anche attraverso il sindacato, oggi quasi inesistente. E le associazioni dei consumatori? Ulteriori leggi, inoltre, devono rafforzare la tracciabilità anche in sede europea.
Le vessazioni dell’Agenzia delle Entrate
E poi l’Agenzia delle Entrate, che vuole fare le pulci alle micro e piccole imprese. Un ulteriore giro di vite su chi, in questi mesi, ha addirittura chiesto un finanziamento per poter pagare le tasse ed i propri dipendenti. Una scelta molesta e persecutoria, quella dell’Agenzia, che ancora una volta dimostra di non voler considerare ciò che è accaduto in questi ultimi anni. Confartigianato ha sempre chiesto una moratoria degli Studi di Settore affinché le tasse siano pagate da tutti. Equità, selettività e territorialità: questi i principi che devono muovere il Governo nel tassare. Devono finire i tempi delle vessazioni e dei calcoli elaborati sull’ipotetico e non sul reale. Perché non si colpisce la spesa pubblica? Perché i controlli non sono diretti dove si annida l’evasione: le grandi società con i bilanci in nero e le filiali nei paradisi fiscali?
Small Business Act, la legge europea sulle piccole imprese
Small Business Act: pensare al "piccolo" e non "in piccolo" è il principio di questa legge approvata pochi giorni fa in Italia (prima nazione in Europa). Quella legge è il punto di riferimento del Governo per agire concretamente a favore delle micro e piccole imprese. Ma anche le regioni dovrebbero operare in tale ottica. Invece, con scelte che vanno in controtendenza il "piccolo" rischia di diventare sempre più "piccolo".
Finanziaria
Il Governo non ha voluto intervenire né su Irpef e Irap (rimodulazione e innalzamento della franchigia, questa è da sempre la posizione di Confartigianato) e né per quanto riguarda la detassazione della tredicesima. La Finanziaria non aiuta né l’impresa e né i cittadini. L’attuazione di un federalismo delle municipalità (meglio partire dal basso, considerando le lungaggini che impediscono il federalismo a livello nazionale che invece di unire tende a dividere il sistema Italia) sarebbe funzionale a tutto il nostro territorio così come i differenziali retributivi, importanti per poter risollevare la fiducia nei lavoratori e nelle famiglie.
Il futuro visto dalle MPI
La micro e piccola impresa osserva la situazione da angolazione diverse, forse perché la recessione ha investito le realtà da 1 a 9 addetti con particolare forza e perché questi segmenti produttivi si aspettavano ciò che è stato ed è. I contoterzisti e chi lavora in subfornitura hanno subito due crisi: quella economica e quella della "scelta" perpetrata dai grossi gruppi che hanno deciso di tagliare le commesse esterne per riportare tutto al centro. Allungando, inoltre, i tempi di pagamento addirittura a 180 giorni. Resistono, purtroppo, le delocalizzazioni (ma non per le MPI) perché fa comodo produrre in nazioni dove il costo della manodopera è basso e le tasse inesistenti rispetto al livello de i nostri tributi locali. Tributi che raggiungono il 53% – lo abbiamo detto più volte – se contiamo Irap, addizionali Irpef regionali e comunali, Ici, addizionale comunale e provinciale sul consumo dell’energia elettrica.
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