Alla scoperta dell’India
Nuovo capitolo per le esperienze di studio all'estero promosse dall'Università Carlo Cattaneo
“L’India rappresenta il futuro”: è una conclusione sibillina quella a cui sono giunti Stephane Bonfanti e Davide Flenghi, studenti del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale, al termine della loro esperienza di due mesi di stage in India, della quale hanno dato conto nel corso di un incontro tenutosi oggi presso l’Università. “Motore” del progetto, il professor Narinder Kumar Sharma, docente di Tecnologie industriali tessili presso la Facoltà di Ingegneria e nativo dell’India, che grazie al fondamentale apporto dell’Ufficio Placement ha attivato i contatti necessari allo svolgimento dello stage: “I nostri manager e quelli indiani – ha detto – devono iniziare a conoscersi e a capirsi, anche a fronte del fatto che molte aziende italiane si recano in India per fare delle join venture o vendere Made in Italy ma anche che alcuni grossi gruppi indiani stanno comprando aziende in Italia”.
Da parte dei due studenti, grande entusiasmo per questa esperienza sul campo, che ha permesso loro di confrontarsi con un Paese ricco di storia e fatto di mille affascinanti contraddizioni, dando una connotazione internazionale al curriculum.
A proposito delle problematiche che affliggono l’impresa indiana, il professor Sharma ha ricordato che “in virtù di una mentalità per cui tutto è in transizione, le aziende indiane tendono a curare poco la manutenzione, mentre risultano decisamente brillanti nel settore ICT, grazie ad un modo di pensare molto astratto”. Obiettivo dello stage dei due studenti è stato dunque non tanto acquisire nozioni relative alle tecnologie tessile, quanto fare un’esperienza che portasse ad accrescere la maturità della persona.
Un contesto, quello indiano, che come ha spiegato Stephane Bonfanti, “è fatto di grandi contraddizioni, di palazzi lussuosi e di estrema povertà, anche se va riconosciuto che si sta lentamente formando la classe media”. Il professor Giacomo Buonanno, Preside della Facoltà di Ingegneria, ha sottolineato quanto la facoltà abbia sostenuto il percorso di questi due studenti, perfettamente inserito in quello dell’ingegnere gestionale, “chiamato a progettare soluzioni a problemi tenendo conto in maniera particolare del fattore umano, ragion per cui la sua formazione non può che essere internazionale”.
E l’Università ha aperto ai propri studenti le porte dell’India anche per ragioni di studio: di recente si è infatti conclusa anche l’esperienza di Simone Spina, iscritto al Corso di Laurea Magistrale in Economia Aziendale, che ha trascorso un semestre presso il Management Development Institute dell’Università di Gurgaon.
La Responsabile delle Relazioni Internazionali, Fiona Hunter, ha ricordato che l’attenzione dell’Università alle relazioni internazionali è concepita nell’ottica del “superamento di una posizione etnocentrica, che ci porta a valutare il mondo sempre e solo con i nostri criteri e a pensare che quello occidentale è l’unico mondo e gli altri stanno cercando di raggiungerci”.
Da parte dei due studenti, grande entusiasmo per questa esperienza sul campo, che ha permesso loro di confrontarsi con un Paese ricco di storia e fatto di mille affascinanti contraddizioni, dando una connotazione internazionale al curriculum.
A proposito delle problematiche che affliggono l’impresa indiana, il professor Sharma ha ricordato che “in virtù di una mentalità per cui tutto è in transizione, le aziende indiane tendono a curare poco la manutenzione, mentre risultano decisamente brillanti nel settore ICT, grazie ad un modo di pensare molto astratto”. Obiettivo dello stage dei due studenti è stato dunque non tanto acquisire nozioni relative alle tecnologie tessile, quanto fare un’esperienza che portasse ad accrescere la maturità della persona.
Un contesto, quello indiano, che come ha spiegato Stephane Bonfanti, “è fatto di grandi contraddizioni, di palazzi lussuosi e di estrema povertà, anche se va riconosciuto che si sta lentamente formando la classe media”. Il professor Giacomo Buonanno, Preside della Facoltà di Ingegneria, ha sottolineato quanto la facoltà abbia sostenuto il percorso di questi due studenti, perfettamente inserito in quello dell’ingegnere gestionale, “chiamato a progettare soluzioni a problemi tenendo conto in maniera particolare del fattore umano, ragion per cui la sua formazione non può che essere internazionale”.
E l’Università ha aperto ai propri studenti le porte dell’India anche per ragioni di studio: di recente si è infatti conclusa anche l’esperienza di Simone Spina, iscritto al Corso di Laurea Magistrale in Economia Aziendale, che ha trascorso un semestre presso il Management Development Institute dell’Università di Gurgaon.
La Responsabile delle Relazioni Internazionali, Fiona Hunter, ha ricordato che l’attenzione dell’Università alle relazioni internazionali è concepita nell’ottica del “superamento di una posizione etnocentrica, che ci porta a valutare il mondo sempre e solo con i nostri criteri e a pensare che quello occidentale è l’unico mondo e gli altri stanno cercando di raggiungerci”.
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