Busto “caput mundi”… anzi kaputt
"Busto? Ridotta uno zerbino" per Berteotti (Pd), "un paesone" per Corrado (Rifondazione). Ruffinelli (Lega) e Lattuada (Pdl) chiedono al sindaco di rimboccarsi le maniche e farsi sentire
Sul tema di Busto "capitale"… o succube di decisioni altrui abbiamo sentito quattro consiglieri comunali, due di maggiranza e due d’opposizione. Comune è la consapevolezza a vario livello di una "questione bustocca", diverse le ricette, al di là dell’implicito "votateci" di prammatica.
Checco Lattuada (PDL) ricorda di aver posto la medesima questione da tempo e se ne esce in una battuta. «Busto caput mundi… e Busto kaputt: vere entrambe» dice. «La città è in effetti un crocevia fondamentale, e nei dintorni, spesso negli immediati dintorni, ha tutta una serie di realtà importanti e talora problematiche, Malpensa con la questione della terza pista, il carcere che è l’unica vera casa circondariale della provinciale, molto più grande di quella di Varese, la presenza NATO alla caserma Ugo Mara di Solbiate, e così via. Da ultimo viene la Pedemontana, l’ennesimo colpo alla qualità della vita in zona. Per venirci incontro ricnoscendo un ruolo alla città basterebbe almeno qualche iniziativa simbolica. Noi avevamo proposto la doppia intitolazione della provincia (Come Massa-Carrara o Pesaro-Urbino ndr), costerebbe niente e sarebbe un grazie a una città che dà tanto”. Ma che fatica a farsi ascoltare ai piani alti. «Da Regione e Provincia servono interventi e aiuti sostanziali, trasferimento di risorse e attenzioni in proporzione a ciò che Busto si carica sulle spalle. A Farioli direi che deve picchiare i pugni sul tavolo, farsi sentire».
Alessandro Berteotti (PD). La sua diagnosi è drastica: «Busto sta scomparendo, rimane un mero quartiere» della Città Infinita padana. «La lista delle infrastrutture scomode è lunga: persino i Cinque Ponti non sono di servizio alla città, chiedere a chi abita in zona. Busto non ha un respiro proprio, è sempre soggetta. Sotto la giunta Tosi si agiva isolatamente, nella torre d’avorio, ci guardavamo intorno e tutti scappavano. Ora siamo ridotti a uno zerbino. Quale politica vogliamo perseguire? Farioli era consigliere regionale, da Milano l’hanno fatto scappare. Reguzzoni sta operando bene a Roma, sul tessile. Punto. Al di là di questo, Busto chi la conosce? Guardiamo in faccia la realtà, non proietta nemmeno l’immagine di città di Legnano o Gallarate. Sui media finiamo solo per processi e disgrazie. A Farioli dico: basta marketing, fuori una politica per il territorio e qualche proposta concreta».
Luciana Ruffinelli (Lega Nord), consigliera regionale ricandidata. È a lei, a Marco Reguzzoni a Roma e a Francesco Speroni a Strasburgo che spetta far sentire la voce del territorio nei consessi che contano. ma sembra che nenache così ci si riesca. «Purtroppo la Lega non ha da sola i numeri che servirebbero per difendere la gente come sola saprebbe fare. Non abbiamo le percentuali per poter cambiare effettivamente le cose». Traduzione: votateci più del PdL. «Non sono d’accordo con il sindaco quando proclama Busto capitale di questo e quello, perchè quand’anche lo fosse» argomenta Ruffinelli, «il buon vicinato esige e l’apertura al territorio esigono di non dare nulla per scontato rispetto ai ‘pesi’ relativi delle varie realtà locali. Sulle infrastrutture, sono sorte in posizione strategica, dall’inceneritore ai poli intermodali a MalpensaFiere, per servire aree più vaste. Sono all’esterno dell’abitato proprio per questo, altri enti limitrofi possono beneficiarne». Un po’ come i bustocchi con i super e ipermercati altrui che hanno “blindato” tutte le uscite dalla città. Il problema, conclude Ruffinelli, è di creare i collegamenti stradali, soprattutto verso la zona industriale di Sacconago, in modo da evitare l’attraversamento della città da parte del traffico pesante, micidiale per auto, ciclisti e pedoni. «Occorre muoversi sul piano sovracomunale, confido che Farioli e Cattaneo affrontino il problema».
Antonello Corrado di Rifondazione Comunista è sarcastico: «Capitale di che? Basta con la grandeur alla polenta e bruscitti. Busto Arsizio è un paesone di provincia che parla parla ma non è mai riuscito a diventare qualcos’altro. Mi spiace per chi si illude. Facciamo interi consigli comunali senza delibere… Niente blocchi del traffico, facciamo scelte strutturali, dice il sindaco: ma poi non si fanno nemmeno quelle. Per tacere di Accam a Busto, in fatto di infrastrutture d’impatto, abbiamo due centri intermodali a pochi chilometri l’uno dall’altro… si è mai vista una cosa simile. Succede solo a Busto Arsizio. Intanto non si trova nessuno che dica "basta" all’aggressione al territorio da parte di opere e edilizia: con l’80% coperto di asfalto e cemento, migliaia di appartamenti sfitti e si continua a investire imperterrita in edilizia in piena crisi, è quantomeno sospetto tutto ciò».
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