I benzinai di tutt’Italia si fermeranno per ricordare Angelo
Lo sciopero di un'ora previsto per lunedì, dalle 12 alle 13. Il segretario nazionale della Figisc Confcommercio: “E' la prima iniziativa del genere, chiediamo più sicurezza”
Uno sciopero di un’ora in tutti i benzinai d’Italia per ricordare il collega ucciso. Un momento di riflessione per ricordarsi che questo lavoro è rischioso, e a volte fatale. Così i gestori degli impianti che aderiscono alle sigle Figisc-Faib-Fegica di tutto il Paese, in un comunicato unitario fanno sapere la loro intenzione di stare vicini alla famiglia Canavesi, alla quale lunedì scorso venne strappato l’affetto di Angelo, padre di famiglia e storico gestore di Gorla Minore.
«Un’iniziativa che abbiamo ritenuto opportuna per stare vicini alla famiglia – dice al telefono da Roma il segretario nazionale Figisc-Confcommercio Fabrizio Parrotta – e ci auguriamo che tutti i colleghi di Canavesi della provincia di Varese partecipino alle esequie per dare un segnale forte di vicinanza».
L’associazione di categoria ricorda che non vi sarà nessun disagio per gli automobilisti. «Abbiamo chiesto agli associati di fermarsi per l’ultima ora prima della fine del turno del mattino – dice Parrotta – : in pratica da mezzogiorno, mezzogiorno e un quarto, fino alle 13 o poco oltre».
E’ la prima volta che l’associazione opta per una risposta così forte dopo un fatto di cronaca. Neppure dopo l’omicidio di Giuseppe Maver, che nel 2004 costò la vita ad un benzinaio del Lecchese, si arrivò ad un’iniziativa del genere.
L’omicidio Canavesi secondo le associazioni di categoria è “l’ennesimo caso di omicidio per rapina che vede, per l’ennesima volta, un benzinaio vittima della criminalità, della quale la categoria è lasciata colpevolmente in balia, riporta la questione sicurezza al centro del dibattito e delle richieste dei benzinai”.
“Troppi, infatti, sono gli episodi di violenza che avvengono quotidianamente, in tutto il Paese, negli impianti di rifornimento carburanti, luoghi tra i più esposti a questo genere di fenomeni, tanto da non “meritare” nemmeno più gli onori della cronaca, oltreché l’attenzione delle Istituzioni”.
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