Quando “otto” fa rima con Tigrotto
Voti alti per il bistrattato "Pianeta Pro Patria" e per la regina del volley. La zanzara perde il pungiglione nel momento del bisogno mentre il basket italiano riesce a farsi notare - nel male - anche a campionato fermo
(d. f.) In una giornata senza basket e pallanuoto e senza grandi appuntamenti ciclistici, sono il calcio e la pallavolo a prendersi la scena. Tra luci e ombre, e questa volta chi ne esce meglio è la Pro Patria, troppo spesso bistrattata in questa stagione. Anche sottorete si vedono volti diversi: quello della Mc-Carnaghi è illuminato dai lampi di Aguero, quello della Yama è segnato da certe alzate da lacrime di Fernandinha… Avevamo detto che non c’era pallacanestro ma c’eravamo sbagliati. Si è giocata la finale di Coppa Italia e la Legabasket ha dato una gran prova di sé. Sul lato del cabaret…
Pagellone numero 6 – 22 febbraio 2010
Marco Giambruno, Vincenzo Sarno & Il Bustocco 8 – Voto comune per tre facce di casa Pro Patria. Il portiere pare l’opposto del quasi omonimo John Brown, quello che giace nella «tomba là nel pian»: lui salta come un canguro da un palo all’altro e – tolto dalla naftalina – fa venire il mal di testa al Novara, che in testa c’è da tanto tempo. Su Vincenzino (nella foto) nessuna ironia: a due settimane dal dolore più grande, riprendersi la scena con un gol così è una bella boccata di ossigeno. Bravissimo. E otto sono pure gli anni compiuti nei giorni scorsi dal "Bustocco", il sito gestito da tifosi della Pro che sa unire passione, competenza e storia.
Taismary Aguero 8 – Giù il cappello. La Mc-Carnaghi ricorda a tutti cosa significa avere in squadra una vera campionessa e anche la rivelazione Urbino deve inchinarsi. Tai, in serata di grazia, macina numeri e attacchi vincenti sfoderando la miglior prestazione stagionale: non che in precedenza avesse mai deluso, ma in questo momento il suo potenziale è davvero impressionante. Persino le compagne si incantano a guardarla e il sorriso incredulo di Aury Cruz sembra dire «Ma non butterà mica di là anche questa?». La risposta, per la gioia di chi sogna lo scudetto, è inevitabilmente «sì».
Fernandinha 5,5 – Il simbolo di questa Yamamay che proprio non riesce a trovare la quadratura del cerchio è senz’altro la "Fe", troppo lontana dai suoi livelli abituali. Poco aiuto da parte delle compagne, forse qualche acciacco, ma anche una distribuzione spesso disordinata che premia ora l’una, ora l’altra delle attaccanti senza una logica apparente (lo ha ammesso lo stesso Parisi). Mercoledì, in Coppa, l’intera stagione passerà dalle sue mani: una sconfitta in Germania sarebbe una botta tremenda, vincere vorrebbe dire salvare l’annata. Quindi il voto rimane lì, un po’ a galla un po’ no…
Pietro Tripoli 5 – Può sembrare un controsenso, ma in un campionato lungo 34 giornate playoff esclusi, bastano pochi piccoli particolari a cambiare il corso della storia. Tra questi ci sono anche i gol di rapina, quelli che arrivano quando meno te l’aspetti e quando magari portar via tre punti non sarebbe del tutto meritato. Il Varese l’occasione ce l’ha avuta a tempo scadutissimo, ma Tripoli – uno dei protagonisti di questa bella stagione – non ha mai letto Orazio e il suo "carpe diem". Zanzara senza puntura.
Legabasket 3 – Accendi il computer mentre c’è in corso la finale di Coppa Italia e leggi sul sito della Legabasket la scritta "Canadian Solar Bologna – Montepaschi Siena 22-16 (12′)". Ti dici: «però la Virtus, se la gioca bene» e quando al 40′ il medesimo sito segnala che gli emiliani hanno vinto 83-75 pensi che a Lino Lardo siano anche venute le stimmate, visto la portata del miracolo. Invece no: il risultato sull’organo ufficiale della manifestazione era sbagliato e tale è rimasto dal primo all’ultimo minuto. Cosa non si fa per ravvivare la pallacanestro nostrana…
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