Scuola e imprese: il modello Varese lancia la sfida della competitività
All'isis Keynes si è svolto un convegno che ha visto protagonisti gli attori del mondo della scuola e dell'imprenditoria per affrontare le sfide dell'offerta tecnica
Varese, come la Lombardia e persino l’Italia, fonda la propria economia sull’industria manifatturiera. Un settore che sta vivendo un momento di crisi, ma è proprio da queste fasi che si rinasce con creatività, capacità e formazione.
Il tessuto produttivo è formato da tecnici capaci che affrontano le sfide del mercato con competenza e laboriosità.
Questa la fotografia presentata questa mattina all’isis Keynes di Gazzada, nell’ambito del convegno "Le sfide dell’istruzione tecnica".
I cambiamenti introdotti dalla riforma Gelmini non hanno disatteso la richiesta di manodopera qualificata e preparata che il mondo dell’industria locale lancia. Una richiesta che da anni viene rinnovata con un patto di collaborazione tra istituti tecnici e tessuto imprenditoriale, tant’è che nelle aule è profondamente cambiata la modalità di fare scuola: nei laboratori del Keynes, per esempio, si lavora con computer che muovono macchinari, che disegnano progetti. Si è persa la manualità di una volta per lasciare spazio alla tecnologia.
E mentre la sinergia tra imprese e scuole è stata sottolineata sia dalla dottoressa Alba Cisarani dell’Unione Industriali di Varese, sia dal dottor Umberto Rega, rappresentante dell’Associazione Piccole e medie imprese, il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Claudio Merletti ha sottolineato i risvolti innovativi della Riforma Gelmini, una riforma che, sul territorio provinciale, ha permesso di ridisegnare l’offerta formativa in modo ottimale: « C’è stato un lavoro certosino di riorganizzazione sotto la regia della Provincia – ha commentato Merletti – e ogni scuola si è ripensata in modo consapevole riconsiderando la propria vocazione. Anche gli istituti professionali si sono ridisegnati stringendo rapporti con la Regione per mantenere l’offerta formativa triennale e quadriennale e svecchiando alcuni programmi per rimanere al passo con il mondo del lavoro. La stessa riconsiderazione dei licei scientifici, che si spoglieranno della duplice veste tra l’umanitario e lo scientifico, va in questa direzione, o come la vocazione del liceo artistico che diventerà basilare per un territorio permeato anche di cultura, storia e creatività. Il nostro sistema scolastico è pronto a rispondere ad ogni richiesta del territorio. Rimane, però, da risolvere il nodo dell’orientamento, un aspetto su cui dobbiamo investire di più permettendo ai ragazzi di non limitarsi a luoghi comuni e, nel contempo, chiedendo a dirigenti e professori di migliorare la presentazione».
Il convegno si è svolto in una delle scuole che, dal punto di vista degli investimenti tecnologici, è all’avanguardia e sta riscuotendo un consenso di anno in anno maggiore proprio per la qualità dell’offerta formativa. Sul tetto del Keynes, per esempio, è stato installato un impianto fotovoltaico che è servito da modello per avviare una progettazione per tutte le scuole gestite dalla Provincia e che sarà presentato a breve.
Qualità e innovazione, dunque, rimangono i due capisaldi della formazione dei giovani: qualità che va a braccetto con il merito e l’innovazione, la carta su cui investire per battere la concorrenza a basso costo.
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