Le note di Rossini in aula magna

Il concerto del Gubbio Festival Ensemble è in programma venerdì 26 alle 18 all'università dell'Insubria

stagione concertistica insubria rossiniSe a soli vent’anni Gioacchino Rossini scrisse il celeberrimo Barbiere di Siviglia, a dodici aveva già composto le originali Sonate a quattro, che saranno al centro del prossimo appuntamento con la Stagione Concertistica dell’Università degli Studi dell’Insubria. In scena sarà il Gubbio Festival Ensemble, gruppo di eccellenti artisti di varie nazionalità, la cui notorietà ha oltrepassato da tempo i confini italiani.  Il concerto è fissato per venerdì 26 marzoalle ore 18, nell’Aula Magna di Via Ravasi 2 a Varese. L’ingresso è, come sempre, gratuito. 

Il Gubbio Festival Ensemble, il cui organico può variare, a seconda dei programmi, dal quartetto d’archi fino all’orchestra da camera, è composto da docenti e concertisti di fama internazionale che collaborano al prestigioso Festival estivo che da 20 anni si tiene nell’omonima cittadina umbra. L’Ensemble vanta numerosi concerti tenuti per importanti associazioni musicali e festival internazionali e si avvale della preziosa e costante presenza di alcuni tra i più noti musicisti italiani e stranieri. Nell’occasione, l’Università degli Studi dell’Insubria ospiterà sul palcoscenico dell’Aula Magna la seguente formazione: Olexander Semchuk e Katia Ghigi ai violini, Vittorio Ceccanti al violoncello e Franco Petracchi al contrabbasso.   
Tutti e quattro i musicisti sono virtuosi del loro strumento, ma va sottolineata la presenza sul palco di Franco Petracchi, sicuramente il contrabbassista che, sulla scia di grandi Maestri, ha rivoluzionato la tecnica del suo strumento. Il suo modo di interpretare, sintetizzare, formalizzare la tecnica del contrabbasso, è unico. Non esiste contrabbassista che abbia ricevuto più attenzioni e omaggi da parte di famosi compositori. Le sue opere hanno avuto grande successo e rappresentano dei “pilastri” nella letteratura per contrabbasso.  
Per le Sonate a quattro, il giovanissimo Rossini, ancora distante dagli studi maturi sui classici viennesi e dalle conseguenti influenze sulla sua scrittura, si ispirò al modello a lui più congeniale, con un gusto incessante per la melodia che predomina sul semplice accompagnamento degli altri strumenti. La forma-sonata concepita da Rossini per questi lavori non è organizzata convenzionalmente secondo l’alternanza di due temi e di due aree tonali, ma procede per semplice susseguirsi di idee musicali, come nel caso del “Moderato” della Sonata I, oppure è avara nell’uso di transizioni fra un tema e l’altro, come si nota oltre che nella prima, anche nel primo movimento della Sonata II. La freschezza e l’originalità di questi lavori fa presagire il futuro Rossini. Un esempio particolare è rappresentato dal terzo movimento della Sonata VI, la “Tempesta”in cui il musicista sperimenta un prototipo che ricorrerà spesso nella sua musica e che è caratteristico del suo stile.  
Il programma è  completato dal duetto per violoncello e contrabbasso (composto a Londra nel 1824) che, dopo essere stato per lungo tempo ritenuto perduto, fu ritrovato nel 1968 in un’asta di manoscritti a Sotheby’s.

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Pubblicato il 25 Marzo 2010
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