Consegnate le case popolari a San Macario
Completato dopo dodici anni il complesso intervento per il centro storico della frazione: nuove abitazioni ricavate da una vecchia filanda e da antiche corti agricole
Ci sono voluti più di dodici anni, dall’idea di un recupero “sociale” del centro storico di San Macario alla consegna delle chiavi agli inquilini delle nuove case popolari. La cerimonia ufficiale ha ufficialmente sancito la fine del più importante intervento pubblico r
ealizzato nella frazione samaratese: il recupero di vecchi edifici industriali e agricoli ristrutturati profondamente per accogliere servizi, spazi commerciali, case popolari. «Facciamo una cerimonia austera, niente a che vedere con i pacchi dono di Berlusconi ai terremotati» ha scherzato il neosindaco Leonardo Tarantino, al suo primo appuntamento istituzionale dopo le elezioni. «È un bel regalo di Pasqua per le trentasette famiglie». Trentasette sono infatti gli alloggi complessivamente realizzati e divisi nei tre edifici che compongono il complesso: ventisei nell’area dell’ex filanda Cozzi (edifici in parte nuovi, in parte ristrutturati), sei nella piccola corte antistante, cinque nella corte di piazza Mantegazza, a poche decine di metri, nel cuore della frazione samaratese.

Alla cerimonia di consegna delle chiavi sono intervenuti gli amministratori protagonisti del lungo e tor
mentato percorso di realizzazione: oltre a Tarantino (al centro nella foto) erano presenti l’ormai ex sindaco Vittorio Solanti –che riaprì i cantieri nel 2006 – , Patrizia Selmo e Francesco Venco, moglie e figlio di Ermanno Venco, primo cittadino dal 2000 al 2005, recentemente scomparso. Era assente – ma solo perché fisicamente lontano da Samarate – Renato Chilin, il sindaco che diede il via al progetto nel 1997 e che proprio per contrasti interni alla maggioranza sull’opera vide cadere la sua amministrazione nel 1999. L’amministrazione Venco realizzò un primo lotto dell’intervento, costruendo il complesso della sala civica Amilcare Pozzi e il centro di formazione professionale Aslam. Il centrosinistra riaprì invece i cantieri delle case di edilizia residenziale pubblica, «completato – ha spiegato l’ex sindaco Vittorio Solanti – nell’arco di quattro anni, superando anche il fallimento della prima impresa a cui erano affidati i lavori». «Mi rimane il vanto – ha concluso Tarantino – di essere stato l’unico amministratore, come consigliere comunale, ad aver seguito tutto l’intervento in questi anni»

Le case – con una superficie media variabile tra 45 e 65 metri quadri, prevedono canoni di affitto
compresi tra 240 e 2200 euro l’anno, con una media di 800 euro. Ogni due anni i canoni saranno rivisti, ogni quattro si verificheranno le condizioni degli affittuari per la permanenza negli alloggi. Le case sono state assegnate a trentasette nuclei familiari, scelti secondo il bando che è stato seguito dall’ex assessore Paolo Bossi e che prevede- oltre ad anziani, famiglie e giovani, persone sole – anche la figura dei “pattisti” del progetto di vicinato solidale “Ti tutelo io”, che offrono un contributo di assistenza alle persone in difficoltà. Nei tre complessi sono previsti anche appositi spazi di socialità, in particolar modo per offrire occasioni di vita comunitaria per gli inquilini più anziani.

Unica, significativa correzione di rotta rispetto all’idea iniziale è stata la rinuncia agli spazi commerciali nell’edificio di piazza Mantegazza, che dovevano garantire la permanenza del piccolo commercio nel centro storico di San Macario: nel corso dell’ultimo consiglio comunale prima delle elezioni si è decisa l’alienazione dei locali, con una decisione criticata dall’opposizione di centrodestra. «Vorremmo comunque garantire – spiega il nuovo sindaco Tarantino – che rimangano negozi, capire quali attività potranno accogliere». L’interesse di alcuni commercianti è già stato manifestato, l’amministrazione sta valutando quali decisioni prendere, se procedere o meno all’alienazione.
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