Critical Mass, quando la strada è dei ciclisti
Una cinquantina i partcipanti alla manifestazione "a due ruote" tenutasi domenica pomeriggio per le vie della città
Metti una domenica pomeriggio di primavera un po’ fresca, quando il sole inizia a calare in un cielo da poco schiarito; una piazza comoda per ritrovarsi come quella delle poste centrali; e tante biciclette con i relativi conducenti, riunitisi con un tam-tam che più che a pubblici annunci ha fatto ricorso alle buone vecchie conoscenze incrociate. Una cinquantina abbondante i convenuti in quel di Busto, dai cinque ai settant’anni d’età all’incirca, per proclamare, almeno di domenica (nelle prossime occasioni, si vedrà) il diritto alla mobilità dolce in città che sembrano averla dimenticata. Ciclisti da soli o con tutta la famiglia, bambini inclusi, appartenenti a gruppi e associazioni o semplici amici, per rilanciare la Critical Mass, il momento in cui la due ruote silenziosa e pulita si riappropria della strada di città, come il pesce dell’acqua di un torrente. Il concetto di Critical Mass è nato a San Francisco, la città più controcorrente d’America, ed è profondamente anarchico per natura: lo si declina come, quando e dove si vuole e può.
In verità Busto un pedalatore abituale e ben noto ce l’ha, e presiede il consiglio comunale: è Francesco Speroni, spesso autore di interventi e interrogazioni sullo stato di strade e viabilità. Lui nel plotone, caratterizzabile politicamente a sinistra o giù di lì, non c’era nè aveva probabilmente ricevuto inviti. Il consiglio comunale bustocco era comunque rappresentato, a titolo decisamente personale, da Marta Tosi, fra gli organizzatori del ritrovo. «Critical Mass prima di tutto per ritrovarsi e stare insieme» dice, «perchè a Busto si sta troppo rintanati. È un modo di risvegliarsi con la primavera. E poi perchè siamo per una politica dell’uso della bicicletta. Tutti ricordiamo quanto abbiamo usato la bici da bambini, e quanto difficile sia diventato farne uso oggi».
«Chi ne ha la possibilità, chi lavora in città e soprattutto in centro, dovrebbe utilizzarla quotidianamente» aggiunge Carolina Crespi. «Per ora, siamo qui anche per contarci».
E via pedalando, con l’unica sacrosanta regola di rispettare il codice della strada, al motto di "il traffico siamo noi". Ma l’avventura prosegue sul Web, con le modalità tipiche di oggi: un gruppo su Facebook per tenere i contatti e coordinarsi.
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