Droga e traffici di griffe, in manette giovani boss di Varese

18 indagati in tutto, importazione di abiti contraffatti dalla Turchia, sequestrato magazzino ad Arona, 3mila capi finiranno in beneficienza

Sei arresti per spaccio di droga, 18 indagati in tutto, ma uno degli uomini finiti dietro le sbarre si occupava anche di importazione di abiti contraffatti dalla Turchia insieme a due complici: si smerciavano vestiti, scarpe, felpe, magliette, che in aereo o camion erano spedite in un magazzino di Arona, dove un pensionato aveva adibita casa sua alla etichettatura dei capi, in particolare Monclair. 3mila capi sono stati sequestrati in quel magazzino e la Procura di Varese ha dato il nulla osta affinché l’agenzia delle dogane li possa destinare ad onlus in beneficenza.
L’inchiesta è del Pm Tiziano Masini della procura di Varese, le ordinanze sono state firmate dal gip Elena Cerotti ed eseguite all’alba dai carabinieri. Un’operazione partita con l’arresto di un albanese nel 2008, trovato con 1 chilo e mezzo di cocaina. Seguendo questa traccia, gli inquirenti hanno individuato alcuni spacciatori di Varese che operano nella zona tra il capoluogo e Como, in particolare in una località chiamata “Alla Macchina Bruciata” nei boschi tra Tradate e Mozzate, dove è fiorente da tempo l’attività di compravendita di coca e hashish.
 
I carabinieri hanno finora divulgato solo le iniziali degli arrestati (l’operazione è ancora in corso): D.Q. 30 anni di Varese, D.M. 22 anni di Varese, E.A. 30 anni di Varese, R.S. 35 anni di Como, D.D. 39 anni di Varese, S.M. 32 anni di Varese. Quest’ultimo è accusato anche del traffico di abito contraffatti. Hanno giàò precedenti per droga e vengono ritenuti spacciatori di livello. Giovani emergenti nel mercato della droga.
 
Gli investigatori hanno accertato un alto tasso di violenza nei confronti dei debitori di droga che venivano minacciati con frasi mafiose come «Ti mangio il cuore» o «Ti brucio la macchina», inducendo la vittima a promettere la restituzione di una somma via via maggiorata. Uno degli arrestati è anche accusato di una tentata estorsione a sfondo sessuale. Per riavere dei soldi, aveva minacciato un soggetto al fine di ottener un incontri sessuale con una amica. A uno degli indagati sono stati sequestrati 10mila euro provento di spaccio. Si ipotizza un guadagno di 5mila euro a settimana per la droga, mentre in alcune intercettazioni si sentono gli indagati che parlano di una vendita di jeans a 130 euro, dunque come nuovi.
 
L’uomo che viene considerato il capo dell’import export di abiti falsi era stato fermato nell’ottobre 2008 di ritorno da Istanbul dove era andato a verificare alcuni lavori, e gli avevano trovato una campionatura di 77 capi falsi, da Lacoste a Dolce e Gabbana. Nelle perquisizioni sono stati sequestrati anche 100grammi di droga.

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Carabineri, la banda droga & griffe 4 di 9
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Pubblicato il 22 Aprile 2010
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