In Svizzera un terzo degli aborti è italiano
Su 682 aborti totali nel 2008, ben 446 hanno utilizzato il metodo farmacologico, 229 il metodo chirurgico e 7 il metodo farmacologico e chirurgico. Le pazienti italiane che hanno varcato il confine sono state 206
Tale spaccato, che non vuole essere solo un freddo elenco di numeri, si porta dietro una moltitudine di storie spesso fatte di sofferenza e disperazione, di scelte che, per qualcuno, possono cambiare la vita. Un ultimo dato, unito a testimonianze dirette, ci parla della privacy, della discrezione e della qualità delle strutture che ospitano e praticano la somministrazione del Mifegyne. Senza ricovero, senza code e fogli da riempire, con la possibilità, se lo si desidera e per chi se lo sente, di trovare un posto tutto suo per riflettere. Per piangere, come raccontatoci da qualcuno, anche solo per stare soli e in silenzio. La realtà ticinese di questi anni, per ciò che riguarda “il turismo ginecologico” ha risentito molto delle norme italiane, dalla Legge 40 del 2004 sulla fecondazione fino al divieto dell’aborto farmacologico, ormai superato. I partiti in Ticino, come in Italia, hanno detto la loro. Ma nel rispetto del principio di laicità che vige in Svizzera, laicità che è in accordo con le parole introduttive della Costituzione del 1291 (“nel nome del Signore …”), con quelle della nuova Costituzione svizzera che inizia con “In nome di Dio onnipotente”, con la croce che campeggia al centro della bandiera elvetica, con l’inno nazionale svizzero con il salmo inneggiante al Dio cristiano e i denari dello stato svizzero, sul bordo della moneta da cinque franchi si può leggere “Dominus providebit”, ossia “il Signore provvederà”.
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