Trasporto pubblico urbano: ma a Busto chi paga il bus?

Dalla segnalazione di un lettore la nostra inchiesta nella giungla del trasporto urbano: troppe tariffe differenziate per gli studenti, 2500 anziani che viaggiano gratis e i "portoghesi", troppi, sempre in agguato. Intanto la Provincia non ha ancora aperto la gara di affidamento

Nella giungla delle tariffe del trasporto urbano a Busto Arsizio a perderci è Stie, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico in concessione dal Comune. Dopo la segnalazione di un nostro lettore che si chiedeva come mai a Busto nessuno sembra pagare il biglietto dell’autobus abbiamo contattato Vezio Guidobono, direttore d’esercizio di Stie, che non nega il problema e lamenta l’eccessivo numero di titoli di viaggio tra i cittadini di Busto Arsizio: «Non ci sono dati ufficiali ma ogni volta che mandiamo in giro i controllori sono molte le multe che vengono comminate – spiega – è un problema che sentiamo molto in città ma la vera causa è l’eccessivo numero di tariffazioni in base all’età, la frequentazione di scuole, ecc. Purtoppo abbiamo dovuto ereditare tutto questo sistema da Agesp Trasporti, la municipalizzata che gestiva il servizio urbano fino all’anno scorso. Abbiamo abbonamenti annuali, 2500 tessere oro per gli anziani, migliaia di abbonamenti per gli studenti con 4 diverse tipologie e diversi rimborsi da parte dell’amministrazione comunale. In una situazione del genere è facile evadere».

Per Stie, che ha assorbito Agesp pagandola 400 mila euro nel 2009, il servizio urbano è totalmente inadeguato: «Purtroppo non possiamo cambiare nulla finchè la Provincia non apre il bando per l’affidamento della zona sud di Varese – fa sapere Guidobono – solo allora, se vinceremo la gara, potremo mettere mano a tutta la questione abbonamenti e alla ridefinizione delle tratte». La Provincia, fino ad oggi, per un motivo o per un altro non ha mai aperto questo bando e, se non ci saranno ulteriori impedimenti burocratici, dovrebbe aprirlo nella seconda metà del 2010. Stie parte in pole position per l’affidamento ma nulla sarà certo fino all’ultimo visto che si tratta di una gara europea.

Intanto i "portoghesi" se la godono, i controlli non sono molti e capita che su una linea non se ne veda uno per un mese intero. Le multe vengono elevate ma poi bisogna fare i conti con le poteste e le lamentele dei multati che, quasi mai, accettano la sanzione di buon grado: «Purtroppo il problema c’è come in tutte le città italiane – spiega ancora Guidobono – ma a Busto abbiamo le mani legate anche per via delle tante agevolazioni che non ci rendono la vita facile. Abbiamo il servizio in concessione e le regole non le facciamo noi». Anche per gli autisti il problema è lo stesso: «Difficile controllare con frequenza – ci raccontano – abbiamo 4 controllori e girano a coppie perchè c’è anche il pericolo di aggressioni. Quando cominciamo a fare controlli sistematici su una linea si crea una falla su un’altra. E’ come un cane che si morde la coda. L’unica soluzione sarebbe quella di tornare al bigliettaio su ogni mezzo ma all’azienda costerebbe troppo».

Ma a Busto i problemi sono anche altri: l’amministrazione non ha ancora risolto il problema dello spostamento del capolinea da piazzale Solaro alla casetta di via Formazza, costruita qualche anno fa per accogliere i pullman delle linee urbane, mai aperto a causa di gravi problemi viabilistici e vandalizzato costantemente fino a renderlo del tutto inutilizzabile: «Il Comune lo ha inserito come infrastruttura per chi dovrà gestire il trasporto pubblico dopo l’affidamento della Provincia – spiega ancora Guidobono – ma se ce lo daranno così è inservibile e non saremo di certo noi a rimetterlo a nuovo visto che il Comune vorrà anche un canone per il suo utilizzo». Secondo Stie i costi di ristrutturazione dovrebbero essere a carico dell’amministrazione ma, dopo anni, ancora non sono stati stanziati soldi per il suo recupero.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Aprile 2010
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