L’apostrofo rosa tra i gol di Ebagua e Corti

Due imprese e un dramma sportivo riempiono una domenica dalle emozioni forti. E con l'estate in arrivo anche il "re del remo" Luini inizia a farsi largo

(d. f.) Una domenica ricca di emozioni come quella appena trascorsa non la ricordavamo da tempo. Emozioni quasi tutte belle, anche se la retrocessione amara della Pro Patria ferisce davvero i suoi tanti tifosi. Per il resto, dall’Arena di Verona a quella di Masnago, arrivano risultati da favola: Basso si mette in tasca il Giro d’Italia, il Varese si mangia il Benevento e va in finale playoff. Con, purtroppo, un sassolino nella scarpa che non ci aspettavamo.

Pagellone numero 20 del 31 maggio 2010

ivan basso maglia rosa vittoria giro 2010 veronaIvan Basso 10 – Per dare il voto massimo bisogna attendere la massima impresa. Quella di Ivan rientra in pieno nella categoria, perché un mese fa questo risultato – a noi miscredenti – sembrava davvero sull’orlo dell’impossibile. Invece Basso ha avuto ragione: le gambe sono cresciute con il passare dei chilometri, la squadra (a parte la sciagurata tappa dell’Aquila) ha dominato il gruppo, la mente del cassanese è sempre rimasta lucida e attenta. Di più non si poteva, per il momento. Già, perchè tra un mese e mezzo c’è il Tour… e anche in questo caso per ora siamo miscredenti…

Alessandro Carrozza 9 – Gioca al servizio della squadra senza rinunciare a dare spettacolo. I due gol con cui il Varese brucia le streghe beneventane nascono da due incursioni dell’attaccante biancorosso; nonostante la marcatura asfissiante e i continui falli contro di lui il giocatore di Sannino non ha mai perso la calma. A differenza di qualcun’altro (scoprite qui sotto di chi stiamo parlando).

Stefano Garzelli 7 – La vittoria nella durissima cronoscalata di Plan de Corones basta e avanza per giudicare più che buono il Giro d’Italia del corridore di Besano che a 37 anni è ancora uno dei più rispettati e "marcati" del plotone rosa. L’anno scorso il Garzo fu maglia verde, stavolta – tradito per l’alta classifica dall’imboscata dell’Aquila e dalla "cotta" sul Monte Grappa" – ha centrato l’obiettivo di giornata su uno dei traguardi più attesi.

Elia Luini 7 – Il canottiere più forte della nostra terra continua a frequentare i vertici mondiali nonostante il passare degli anni. In questo 2010 a metà strada tra due appuntamenti olimpici, il gaviratese ha cambiato compagno di vogata (da Miani a Bertini) ed è subito risalito sul podio alla prima regata davvero importante, la prima tappa di Coppa del Mondo. La sua continuità (è sulla breccia da inizio millennio ed è ancora relativamente giovane) è davvero eccezionale.

Giulio Ebagua 4 – Torniamo per un momento al ciclismo e citiamo il celeberrimo Gino Bartali nella sua frase più famosa: «Tutto sbagliato, tutto da rifare». Questa volta infatti il buon Giulio l’ha fatta fuori dal vaso e per ben due volte: prima reagisce, litiga, si picchia e viene espulso (e squalificato). Poi, nel momento in cui bisogna celebrare uno strepitoso successo di squadra, chiede le luci su di sé e annuncia il suo addio, con l’obiettivo finale ancora da raggiungere. Piccoli Mourinho crescono, ma senza avere capito fino in fondo i dettami del tecnico portoghese (che prima di salutare ha portato a casa il "triplete").

Fabrizio Melara 4 – Una stagione in una frazione di secondo: quando ha sul piede (siamo quasi allo scadere dello spareggio playout con il Pergocrema) il pallone buono per chiudere i conti e regalara a Busto una salvezza in extremis, l’ala della Pro Patria si fa trovare impreparato e spara alle stelle. Un’azione esemplare della stagione biancoblu: ogni assist offerto dalla buona sorte è stato accuratamente dribblato.

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Pubblicato il 31 Maggio 2010
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