L’aula era semivuota, come da previsione. Non c’era il Pd, nè la Lega, né i socialisti, né la Sinistra. Si sarebbe potuto dire, molto brevemente, che alla prima seduta della commissione straordinaria c’era solo il PdL, se non fosse che anche nelle fila del centrodestra c’erano assenze annunciate e puntualmente confermate: i posti all’estremità del banco della maggioranza erano vuoti, la componente ex An ha mantenuto la parola e ha disertato il confronto nella commissione. Il numero legale comunque era garantito, grazie alla corposa pattuglia del PdL ex Forza Italia e grazie all’intervento di Quintino Magarò, unico esponente sui banchi dell’opposizione.
La decisione presa dalle minoranze e da An è stata subito oggetto di una dura reprimenda dal presidente del consiglio comunale Donato Lozito, che l’ha bollata come «inopportuna»:«è grave non partecipare ad un momento di democrazia per motivi di carattere politico, che non si capisce neppure quali siano». Dopo l’intervento del presidente di Amsc Nino Caianiello, a rincarare la dose ci ha pensato il capogruppo«di Forza Italia» Alessandro Petrone:« Le opposizioni non hanno il coraggio di ripetere qui, dove tutto viene registrato, quel che hanno detto sulle pagine dei giornali. Un atteggiamento vigliacco». Petrone ha parlato di suicidio politico del Pd e ha chiesto al sindaco«di assumere atti di tutela, perchè si creato un danno all’azienda. Occorre tutelare l’azienda e punire gli atteggiamenti che implicano calunnia e diffamazione». L’accusa vale ovviamente anche per la Lega Nord, accusata anche di scarsa coerenza: «come è possibile che Caianiello sia considerato un ottimo manager in Prealpi Servizi a Varese (nel cui cda siedono anche uomini del carroccio, ndr) e un pessimo amministratore a Gallarate?». E più di una ruggine è quella che si è creata tra le correnti del PdL:«An non ha voluto partecipare. Eppure alcuni di questi signori siedono nei consigli di amministrazione delle società: la mano destra non sa quel che fa la sinistra?».
Se Petrone ha usato la sciabola, il sindaco Nicola Mucci ha invece tirato di fioretto, con un intervento incentrato sulla responsabilità di governo. «L’azienda ha affrontato un percorso difficile, questi sono stati gli anni più complessi dal dopoguerra ad oggi per le aziende erogatrici, in un quadro di costanti modifiche normative». L’azienda – è il pensiero portante del discorso del sindaco – si è fatta carico di servizi essenziali e, in parte, strutturalmente in perdita: «Possiamo chiudere il servizio idrico? Dobbiamo dire agli anziani che eliminiamo il servizio autobus?». Gli interventi portati avanti dall’azienda hanno riguardato anche la gestione degli immobili («Nel 2001 c’era un vero e proprio sfascio. Siamo intervenuti, nonostante i noti problemi di morosità»), la piscina della Moriggia che non è mai stata rinnovata per trent’anni e oggi è al centro di un progetto di investimento da 700mila euro, sul parcheggio sotterraneo per rispondere alla domanda di sosta sempre in crescita. «La nostra città – ha notato il primo cittadino – ha sempre avuto una politica industriale, al punto di esser stati accusati di voler conquistare gli altri. La Lega non può ignorare la capacità che Gallarate ha avuto, a differenza di altri».
Fin qui le strategie e le difficoltà con cui ci si è misurati negli anni passati. La sfida del futuro è l’apertura ai privati. Si partirà dal settore dell’igiene ambientale: «La nostra azienda deve sviluppare strategie su questo, individuare i partner. Si vince solo se si fa gioco di squadra, confrontandosi tra amministrazioni e coinvolgendo le aziende»
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