Rubens “contro” la malattia grazie a Unitalsi

Non solo santuari: per la prima volta in Lombardia, infermi e malati potranno visitare una mostra d'arte grazie all'aiuto di tanti volontari

rubens mostra comoLa grande mostra “Rubens e i fiamminghi” costituisce uno dei maggiori richiami della stagione a Como, dove è allestita negli spazi della storica Villa Olmo. Ma anche per l’Unitalsi lombarda essa è un nuovo campo di prova: domenica 13 giugno, infatti, è in programma la visita organizzata di un nutrito gruppo di disabili in carrozzina.
Di questa prossima “prima” ci parla il presidente regionale dell’Unitalsi, Germano Benedusi: non più solo ai santuari, dunque, ma anche alle mostre d’arte?
«Voglio premettere che i santuari, in Italia e nel mondo, sono di regola anche luoghi d’arte, ma è vero che a Como il 13 giugno sperimenteremo, come sezione Lombarda, un territorio inconsueto per la nostra attività, la cui missione resta il trasporto degli ammalati ai santuari mariani; l’occasione però di offrire a chi è in carrozzina una possibilità squisitamente culturale ci è sembrata un’opportunità da non trascurare, tanto più avendo ravvisato una particolare sensibilità nel Sindaco di Como Stefano Bruni, che sta favorendo l’iniziativa e potendo contare per la logistica sulla Casa Don Guanella del capoluogo lariano».
Una buona combinazione, ma perché proprio Como e questa mostra?
«Sulla mostra credo che ci sia poco da aggiungere: il richiamo esercitato dal nome di Rubens è potente; quanto a Como, ‘capitale’ dell’opera guanelliana, e Don Luigi Guanella è compatrono dell’Unitalsi, abbiamo trovato già in sede di proposta un’accoglienza perfino superiore alle attese».
Quanti saranno i disabili in visita alla mostra?
«Un centinaio; poiché saranno in carrozzina, con relativo accompagnatore, è una bella scommessa anche per una mostra d’arte. L’accesso è previsto naturalmente a piccoli gruppi, ma già giungere sul posto, percorrendo la passeggiata a lago che conduce a Villa Olmo, costituirà parte integrante di una giornata particolare, non disgiunta dai nostri precipui valori: alla Casa Don Guanella, dove è previsto il pranzo, saranno visitati anche il santuario e il museo guanelliani, perché fede e cultura si possono e devono coniugare».
L’organizzazione è a punto?
«Mi si lasci dire che all’Unitalsi muoviamo treni “bianchi” di quasi duemila ammalati, senza per questo sottovalutare una trasferta sia pure di tanti disabili in carrozzina, provenienti in gran parte dalla Lombardia. Anzi, la natura sperimentale dell’iniziativa attesta che le dedicheremo particolare attenzione; ma sul fronte della logistica vantiamo un’esperienza che ci permette di affrontare con la massima serenità un impegno nel quale naturalmente crediamo molto».
Potrebbe avere un seguito?
«S’immagina un pubblico in carrozzina, almeno in parte, alla Scala? Noi dell’Unitalsi sì».
Per maggiori informazioni chiamare 02 412 11 76 , e per avere maggiori informazioni sull’associazione:  UNITALSI LOMBARDA 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Maggio 2010
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