Tarsu, il PD all’attacco: “Stanno massacrando di tasse i cittadini”

I consiglieri del Partito Democratico rilanciano la battaglia sugli accertamenti degli arretrati per la tassa rifiuti, rilevando "anomalie giuridiche e politiche" nella gestione di una partita che interessa migliaia di bustocchi

Duro affondo del PD sulla questione degli accertamenti Tarsu: l’amministrazione Farioli e la sua gestione del recupero delle somme evase e degli arretrati finisce nel mirino del maggiore gruppo di opposizione.
«L’amministrazione sta imbrogliando i cittadini» va giù tranchant in conferenza stampa il capogruppo Valerio Mariani. «Fare degli accertamenti sui tributi è legittimo, ma così è una furbata. Il governo delle tasse è a Busto Arsizio: via l’ICI arriva l’addizionale IRPEF, che porta anche più gettito; un dissesto economico in Comune sotto precedenti gestioni con pezzi della stessa maggioranza lascia una "multa" salata da pagare a carico dei dipendenti (vicenda Corte dei Conti ndr); infine, ultimo scherzo, queste verifiche sulla tassa rifiuti». Che particolarmente a Sacconago, patria del consigliere, hanno picchiato sodo. «Siamo di fronte a fatti gravi» tuona Mariani «su cui il sindaco non ha fiatato: si nasconde dietro i suoi amministratori, fin qui ha parlato solo l’assessore Crespi (che terrà una conferenza stampa lunedì mattina ndr). E la Lega, il convitato di pietra di questa vicenda, come la mette? Lo dica ai cittadini se queste non sono tasse: sta massacrando i cittadini a tasse comunali, alla faccia del federalismo».

Nicola Ruggiero, presidente della commissione bilancio e affari generali, tiene a rispondere ad un’accusa frmulata dalla maggioranza: «Sia chiaro che qui non si difendono gli evasori, che vanno colpiti, ma ci sono anomalie giuridiche e politiche nel modo in cui è stata gestita questa partita. Noi tuteliamo la buona fede dei contribuenti onesti: non è uno slogan, sono fatti». Le perplessità del PD sono state sintetizzate nel testo di una mozione. Il primo punto riguarda le modalità di misurazione di abitazioni e locali annessi adottate dalle società incaricate, sentite al riguardo proprio in commissione. «Hanno fatto la copia di una copia, allo scanner, dei mappali» contesta Ruggiero. Il metodo usato per la misurazione, detto polilineare, insistono  consiglieri del PD, si basa su almeno una misura reale, ma nessuno dei muri delle abitazioni e locali interessate ha mai visto l’ombra di un tecnico incaricato o il puntatore di un laser. I dati, insomma, sarebbero virtuali; in più «fra i dati catastali e quelli reali c’è uno scarto anche del 20%». Ed è la superficie calpestabile reale quella da considerare. Risultato: «c’è chi si sta misurando casa da sè», a spese sue, «e si è invertito l’onere della prova». Il cittadino "accertato" è colpevole fino a prova contraria, benché «lo Statuto dei Contribuenti vieti all’ente pubblico di chiedere ai cittadini dati di cui è già in possesso». Non solo: paga senza fiatare per evitare costi e grane ulteriori (un ricorso, o l’affidarsi a un geometra). Ai cittadini, contesta ancora Ruggiero, «non si sono forniti gli elementi per conoscere le alternative; nessuno ha parlato degli accertamenti con adesione (o concordati), strumento da noi votato nel dicembre scorso. E poi, la questione dell’agibilità: certi locali, come le soffitte, sono calpestabili o no?» A danno dei contribuenti, non si è applicato il cumulo giuridico, rincara Ruggiero, che avrebbe permesso ai tartassati di turno di cavarsela con cifre molto inferiori, invece di moltiplicazioni successive di annate "evase" con tanto di sanzioni e interessi. «Mi dicono che sul punto la giurisprudenza è altalenante, ma non applicarlo è stata una scelta politica precisa». Infine, la percentuale "di aggio" spettante alle società private incaricate delle verifiche,che incassano il 29,98% non solo sul recuperato netto, come chiede la mozione del PD, ma anche su sanzioni e interessi. Senza contare, aggiunge Ruggiero, che a Palazzo Gilardoni vi erano le professionalià interne in grado di compiere le dovute verifiche.

«Qui c’è gente accusata di dichiarazioni infedeli quando la legge nel frattempo è cambiata, includendo altri locali ed elementi nel calcolo» accusa la portavoce del partito Erica D’Adda, «e non tutti leggono la Gazzetta ufficiale o il Sole24Ore tutti i giorni». «Il Comune per primo doveva operare una verifica preventiva, invece di caricare sui cittadini anche l’anno fiscale 2010. A nostro parere il Comune si è procurato da solo un danno erariale. Questa gente» fa rivolta all’amministrazione Farioli «non sa quello che fa. Ora balbettano di possibile applicazione del condono, ma il cittadino resterà inc… lo stesso, anche perchè un condono, quello sì, favorisce gli evasori».

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Pubblicato il 29 Maggio 2010
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