Il Pd attacca: “Chi ha fallito in Amsc si faccia da parte”
All'inizio di settimana prossima è previsto il rinnovo del CdA di tre delle società del "gruppo": il democratico Casillo chiede un cambio di rotta che parta dalla nomina degli amministratori
Si avvicina il momento del rinnovo delle cariche di Amsc e le acque intorno all’azienda multi servizi tornano ad essere agitate: in consiglio comunale il Pd ha attaccato a testa bassa, chiedendo un drastico cambio di rotta a partire proprio dai vertici della società: «Chi ha fallito nella gestione – ha detto il capogruppo dei democratici Marco
Casillo – non può rimanere alla guida, ora è il momento di farsi da parte, di riconoscere gli errori compiti, evitando il tracollo definitivo». Casillo non fa nomi, ma è impossibile non vedere il riferimento a Nino Caianiello, presidente di gran parte delle società del “gruppo” Amsc, a cominciare dalla capofila Amsc spa. Acque agitate, si diceva. Ma le critiche alla gestione della multiutility non viene solo da sinistra: anche la componente ex An insiste per ottenere un cambio di rotta nella gestione. E sia nella settimana passata sia in consiglio comunale le opposizioni hanno sottolineato più volte la buona gestione dell’altra partecipata, la 3SG che gestisce la casa di riposo Camelot e altri servizi socio-sanitari. Un apprezzamento che da un lato può essere visto come tattico (la dirigenza di 3SG fa riferimento alla componente ex An), dall’altro è una dimostrazione di dialogo con la maggioranza tutta (tanto che Cinzia Colombo di Sinistra e Libertà è arrivata a votare a favore in una delle votazioni su 3SG). Come a dire: “se le società sono gestite bene, siamo capaci di riconoscerlo”.

Del resto i democratici non perdono l’occasione neanche per sottolineare le perplessità sulla gestione di Amsc che vengono dall’interno della maggioranza: «è positivo – ha aggiunto Casillo – che molte delle nostre proposte siano state fatte proprie da una parte del PdL, a partire dalla necessità di ridurre il numero delle società». E il Pd si mette a disposizione per cercare una soluzione, che secondo i democratici passa per la scelta come amministratori di «persone che non ricoprano cariche all’interno dei partiti». Una delle richieste che il Pd ripete da tempo.
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