Klezmer, danze rumene e atmosfere tzigane a Castello Cabiaglio

Venerdì 11 giugno per la rassegna "Interpretando suoni e luoghi" si terrà il concerto di alcune prime parti dell'Orchestra della Svizzera Italiana

Il primo concerto nel territorio delle Valli del Verbano di questa seconda stagione musicale "Interpretando suoni e luoghi" si terrà nell’antichissimo borgo di Castello Cabiaglio che vide le sue origini nell’epoca romana e dove nel 1889 vennero alla luce reperti, monete e tombe contenenti urnette cinerarie. Klezmer, danze rumene e atmosfere tzigane è il titolo della serata, in programma per venerdì 11 giugno, alle 21, che sarà caratterizzata dalle sonorità malinconiche e appassionate dell’Est europeo.

L’iniziativa è cofinanziata all’Interno del programma Interreg 2007-2013 "Interpretando Suoni e Luoghi" e si giova della preziosa collaborazione delle Comunità Montane della Provincia di Varese e del Canton Ticino. L’ingresso è libero e gratuito.

Il concerto vede impegnate alcune prime parti dell’Orchestra della Svizzera Italiana: l’ungherese Tamás Major, primo violino anche dell’Orchestra di Budapest, Corrado Giuffredi anche primo clarinetto ospite della Filarmonica della Scala, ed Enrico Fagone, insieme a Ciro Radice, fisarmonicista e autore degli arrangiamenti, e a Francesca Galante. Il repertorio prevede danze rumene, czarde ungheresi e atmosfere tzigane, e soprattutto il klezmer, la musica degli ebrei dell’Europa centro-orientale. Arrangiamenti originali e improvvisazione si alternano in un programma dai ritmi vorticosi e appassionanti. La voce si fa interprete di alcuni tra i più ironici canti della tradizione Yiddish.

Cornice del concerto la palazzina, che apparteneva alla moglie del pittore Giovan Battista Ronchelli (1715/1788) conserva l’atmosfera di accogliente raffinatezza ed armonia compositiva tipica delle dimore del ’700 lombardo. L’intera struttura, dalle linee architettoniche classiche dell’epoca, fa bella mostra di portici, colonnati con volte a tutto sesto, camini in marmo, saloni con pavimenti in cotto, affreschi e soffitti a cassettoni. Nella corte d’accesso troneggia maestoso un glicine che, nato con la costruzione della villa nel 1597, è considerato tra i più vecchi d’Europa: in primavera i suoi rami, che si intrecciano sulla facciata fino a coprire un’antica meridiana, si rivestono di grappoli fioriti dalle infinite sfumature di color viola.

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Pubblicato il 09 Giugno 2010
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