“La Regio Insubrica così non ha più senso”
Nuovi commenti sulle voci che anticipano un'uscita del Ticino dall'organizzazione arrivano dal sindaco di Lugano Giudici e dal leader della Lega dei Ticinesi Bignasca
«Continuare come oggi non ha davvero più senso». A parlare di quello che ne sarà della Regio Insubrica, dalle pagine del Giornale del Popolo, questa volta è Giorgio Giudici, sindaco di Lugano e membro del gruppo di lavoro sull’organizzazione creato dal governo ticinese. Il commento del primo cittadino sembra confermare le voci in merito a una possibile uscita del Cantone dall’ente, creato nel 1995 con le Province di Varese, Como e Verbano Cusio Ossola. Indiscrezioni alimentatte dalla stampa locale ma non del tutto smentite da una nota ufficiale inviata in serata dal Consiglio di Stato. Quest’ultimo infatti non ha escluso la possibilità di una conclusione dell’esperienza ma ha precisato che qualsiasi proposta sul destino dell’organizzazione sarà prima sottoposta al Governo e poi alla presidenza della Regio: decisiva in questo senso sarà anche l’assemblea convocata per il prossimo 25 giugno a Ponte Tresa.
Dovranno essere modificati i metodi di lavoro, di approccio e di livello istituzionale, ha aggiunto nel suo commento Giudici. Il Ticino dunque non intende abbandonare la cooperazione transfrontaliera ma cercare delle soluzioni alternative allo strumento della Regio a favore della costruzione di relazioni dirette con le Regioni italiane di confine.
Sul caso, ancora dalle pagine del Giornale del popolo, è intervenuto anche Giuliano Bignasca, presidente della Lega dei Ticinesi, spesso critico nei confronti dell’organizzazione e degli eventi promossi: «Se la Comunità di lavoro non funziona – ha dichiarato – bisogna chiuderla. Sono infatti dell’opinione che tra Italia e Svizzera, meglio tra il Canton Ticino e le Province del Nord Italia coinvolte, debba esserci se non un rapporto paritario, almeno uno scambio equo di risorse».
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