L’Italia è già a casa. La nazionale campione del mondo lascia il Sudafrica dopo tre sole partite del girone di qualificazione in cui ha raccolto la pochezza di due pareggi e una sconfitta, quella di oggi subita dalla Slovacchia per 3-2. Un risultato che promuove proprio la squadra di Weiss, data quasi per spacciata alla vigilia. Spacciata è invece la formazione di Lippi, cui non è bastato lo “sberlone” dato da Vittek al 25′ del primo tempo (1-0) per svegliarsi. L’Italia si è infatti risvegliata quasi per caso dopo che il centravanti avversario aveva già battuto una seconda volta l’incolpevole Marchetti sugli sviluppi di un angolo. Reti tra l’altro evitabili visto che una è nata da un pessimo passaggio sbagliato di De Rossi sulla tre quarti e la seconda da una copertura in netto ritardo di Chiellini.
Sotto 2-0, dicevamo, ecco il risveglio tardivo di Cannavaro e compagni: Di Natale ha accorciato le distanze al 36′ della ripresa chiudendo una bella (finalmente) azione corale sull’asse Iaquinta-Quagliarella su cui il portiere Mucha ha fatto un mezzo miracolo. Poco dopo l’attaccante del Napoli ha deviato in rete sottoporta ma l’urlo di gioia italiano (il 2-2 avrebbe garantito la qualificazione) è stato stoppato dal guardalinee: fuorigioco, millimetrico ma giusto, e gol annullato. Fino a quel momento l’Italia aveva avuto un’unica grande occasione ancora sull’1-0 con una bordata di Quagliarella respinta sulla linea – o forse oltre – da Skrtel.
Poi sul 2-1, altro regalo da principianti della difesa azzurra: su una rimessa laterale il neo entrato Kopunek si infila tutto solo in un corridoio sfruttando un’altra dormita di De Rossi e va ad anticipare Marchetti costretto all’uscita disperata per il 3-1 al minuto 89. La gara non finisce qui perché Quagliarella trova anche il gol valido con una strepitosa palombella da fuori area che a questo punto suona come una ciliegina senza torta: il recupero è ricco di scontri e proteste ma prima della fine c’è un’ultima e incredibile occasione capitata a Pepe (ancora insufficiente) che a due passi dalla porta prova a colpire di destro un pallone destinato al piede sinistro consegnando così lo Jabulani al raccattapalle, la Slovacchia agli ottavi di finale e l’Italia al rientro anticipato.
Era dal 1974 che la nazionale azzurra non si fermava così presto, anche se in Germania la squadra di Valcareggi uscì solo per differenza reti e dopo aver colto una vittoria e un pareggio. Fu quello il Mondiale reso famoso dagli insulti di Chinaglia al commissario tecnico per una sostituzione sgradita, una scena che quest’anno era impossibile fin dal principio. Già, perché Lippi ha portato in Sudafrica una squadra tutta arroccata intorno a sé, fedele alla linea ma senza il minimo briciolo di “ribellione” e sfrontatezza che avrebbero potuto sbrogliare le situazioni difficili. Scelta legittima, quella dell’allenatore, ma con tantissimi rischi che hanno poi trovato conferma. Rischi resi ancora più evidenti dal modo di porsi dello stesso Lippi e del suo scudiero Cannavaro, non solo imperemabili alle critiche ma pure pronti al contrattacco (arrogante) a ogni accenno di protesta. Un atteggiamento non ribadito sul campo e che ha avuto il potere di far arrabbiare la gente, già costretta a ingoiare il pareggio con la Nuova Zelanda, squadra che in fin dei conti ha fatto meglio di noi. Già, perché l’Italia non solo è stata eliminata ma ha pure chiuso all’ultimo posto un girone apparso benevolo fin dal sorteggio: un risultato pessimo sul quale non avrebbe scommesso nemmeno il corvo più nero.
Ora
si ripartirà da Prandelli, anche se la mazzata sarà dura da riassorbire, visto poi che al di là di qualche alternativa il panorama non offre particolari speranze. Certo, ci sono i grandi esclusi Balotelli e Cassano per l’immediato, Santon, Bonucci e Ranocchia per il futuro qualche margine lo lasciano. Insieme a
Pazzini che in Sudafrica c’era ma che anche con la Slovacchia è
rimasto a guardare: in campo c’è andato Iaquinta sceso direttamente dal carrello dei bolliti. Sul quale, in casa Italia, c’è stato davvero tanto, troppo affollamento in questa spedizione.
Italia – Slovacchia 2-3 (0-1)
Marcatori: Vittek (S) al 25′ pt.; Vittek (S) al 28′ st, Di Natale (I) al 36′ st, Kopunek al 44′ st, Quagliarella (I) al 47′ st.
Italia (4-3-3): Marchetti; Zambrotta, Cannavaro, Chiellini, Criscito (Maggio dal 1′ st); Montolivo (Pirlo dall’11’ st), De Rossi, Gattuso (Quagliarella dal 1′ st); Pepe, Iaquinta, Di Natale. All. Lippi. A disp.: De Santis, Bonucci, Bocchetti, Palombo, Marchisio, Camoranesi, Gilardino, Pazzini.
Slovacchia (4-2-3-1): Mucha; Pekarik, Skrtel, Durica, Zabavnik; Strba (Kopunek dal 42′ st), Kucka; Stoch, Hamsik, Jendrisek (Jendrisek dal 49′ st); Vittek (Sestak dal 47′ st). All. Weiss. A disp.: Pernis, Cech, Salata, Weiss, Sapara, Kuciak, Holosko, Jakubko, Kozak.
Arbitro: Webb (Ing).
Note. Spettatori 53.412. Ammoniti: Strba, Cannavaro, Vittek, Pekarik, Chiellini, Pepe, Mucha, Quagliarella. Recupero: 3′; 4′.
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