Papilloma, vaccino a metà prezzo per le giovani
Il provvedimento, frutto di una decisione della Giunta regionale, è stato illustrato oggi dal direttore generale dell'assessorato alla Sanità, Carlo Lucchina. A Busto, Saronno e Tradate già partito il servizio
Per le donne il tumore al collo dell’utero è, ancora oggi, quello che ha il più alto indice di mortalità
dopo quello alla mammella. Per prevenirlo Regione Lombardia ha deciso di mettere a disposizione delle donne che hanno da 13 a 26 anni il vaccino contro il Papilloma Virus, causa frequente di
questo tipo di cancro, scontato di oltre il 50%. Tre sono le somministrazioni necessarie ed ogni singola dose ha un costo di circa 170 euro. Rimane invece completamente gratuito per le dodicenni.
Il provvedimento, frutto di una decisione della Giunta regionale, è stato illustrato oggi dal direttore generale dell’assessorato alla Sanità, Carlo Lucchina, dal presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), Francesca Merzagora, dal presidente dell’Agenzia italiana del
Farmaco (Aifa), nonché direttore della Clinica di ostetricia e ginecologia di Brescia, Sergio Pecorelli e dal direttore dell’Unità di ginecologia preventiva dello Ieo di Milano, Mario Sideri. Il primario di ginecologia dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio Maria Antonietta Molinari, intervenuta alla presentazione dell’iniziativa, ha spiegato che negli ospedali di Busto, Saronno e Tradate è già partito il servizio con l’apertura dei centri vaccinali.
"Con questo provvedimento – ha spiegato Lucchina – tutte le donne fuori età potranno farsi vaccinare presso le aziende ospedaliere della Lombardia pagando le tre dosi con uno sconto molto significativo. Inoltre abbiamo ritenuto necessario che il vaccino sia somministrato nei reparti di ostetricia e
ginecologia in modo tale che le donne che decidono di farlo possano anche godere di una visita specialistica".
"Questo perché – ha sottolineato Lucchina – abbiamo constatato che esiste una fascia di popolazione che non ricorre ad alcun tipo di accertamento, causando in questo modo un aumento notevole delle patologie e delle loro complicanze".
"Scontare questo vaccino – ha rimarcato il direttore generale dell’assessorato – è il modo che abbiamo scelto per fare una prevenzione sempre più accurata ed efficace verso quelle donne che son maggiormente esposte alla contrazione del papilloma virus".
"Oggi – ha detto Francesca Marzagora – si cementifica ancor di più la collaborazione con Regione Lombardia per informare le giovani donne sugli strumenti che hanno a disposizione per combattere il tumore al collo dell’utero e anche altre patologie tumorali". E’ stato il presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli a segnalare, infatti, come sempre più dati e studi scientifici confermino l’importanza del vaccino anche contro i tumori genitali, anali e testa/collo.
Anche i ginecologi, da parte loro, si sono detti "assolutamente favorevoli" e hanno sottoscritto un comunicato congiunto proprio per sottolineare "l’impegno alla diffusione della vaccinazione
anti Papilloma virus". Hanno già aderito a questa campagna di sensibilizzazione i direttori della Macedonio Melloni, Mauro Busacca, del San Carlo, Mauro Buscaglia, del San Raffaele, Massimo Candiani, del Sacco, Irene Cetin, della clinica San Pio X, Alfredo Damiani, della Mangiagalli, Luigi Fedele, del pronto soccorso ostretico-ginecologico dello stesso nosocomio, Alessandra Kustermann, del Buzzi, Enrico Ferrazzi, del San Paolo, Anna Maria Marconi, del San Gerardo di Monza, Rodolfo
Milani, dell’istituto dei Tumori, Francesco Raspagliesi, dello Ieo, Mario Sideri e del Niguarda, Mario Meroni.
"In questo modo – ha concluso Lucchina anticipando che è allo studio l’uso di tale vaccino anche nei maschi prima che inizino l’attività sessuale – contiamo di poter raggiungere un importante livello di copertura vaccinale. Sicuri che i dati che ne scaturiranno saranno fondamentali anche per gli studi
epidemiologici di domani".
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