Preso il boss Marando, aveva case anche a Busto
Insieme al fratello, già in galera per omicidio, gestiva decine di appartamenti tramite un'agenzia immobiliare e un prestanome. Viveva a Cesano Boscone
Facevano affari nel settore immobiliare anche a Busto Arsizio i boss della ‘ndrangheta appartenenti alla famiglia Marando, dei quali uno è finito in manette ieri dopo un blitz della Direzione Investigativa Antimafia di Torino coordinato dalla procura. Sono due le persone arrestate a Milano nell’ambito dell’operazione che ha portato in carcere per riciclaggio aggravato otto persone ritenute esponenti e fiancheggiatori delle cosche di Platì della ndrangheta dei Marando, Perre e Trimboli. La prima persona raggiunta dal provvedimento di custodia cautelare in carcere è il 35enne Nicola Marando, che secondo gli investigatori della Dia torinese, si contende con il fratello Domenico (attualmente in carcere per omicidio) il ruolo di "capobastone"della cosca.
Marando è stato arrestato nella sua abitazione di Cesano Boscone, comune dell’hinterland sud del capoluogo lombardo dove si registra una forte infiltrazione mafiosa. Il secondo arrestato è invece il geometra Cosimo Salerno, fermato nel suo appartamento di Milano. La Dia lo accusa di essere un prestanome di Domenico Marando e di occuparsi, tramite la società milanese "Piramide Costruzioni Srl", di cui è amministratore, di gestire una parte dell’ingente patrimonio dell’ndrina dei Marando. Si tratta di una decina di villette a Cadorago (Como) e di altri immobili a Busto Arsizio, a conferma dell’appetibilità indiscussa dell’area bustocca per le famiglie malavitose calabesi, per quanto riguarda la Lombardia, a cui si aggiungono ulteriori proprietà a Siderno e Bianco, nel reggino. I beni posti sotto sequestro hanno un valore indicativo di 20 milioni di euro. Solo qualche giorno fa si era aperto a Busto il processo alla ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo che vede alla sbarra una quindicina di persone legate alla locale di ‘ndrangheta Lonate-Legnano.
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