“Quegli attimi di paura dentro al bar”
Il racconto del proprietario del locale dal quale sono usciti due dei tre che hanno aperto il fuoco. Un terzo è rimasto dentro: "Voleva scappare dal retro". gli abitanti della piazza sono impauriti
La vita ritorna a scorrere serena, o quasi, in piazza San Bernardo dopo la violenta sparatoria di ieri sera, lunedì, che ha tenuto sveglio l’intero quartiere fino a notte fonda. I negozi aperti, la posta piena di gente come tutti i giorni, la farmacia e anche il bar di via col di Lana, dal quale sono usciti due dei tre sparatori folli, erano aperti: «Nonostante abbia finito tardissimo questa notte con i carabinieri ho voluto aprire – racconta il titolare del locale – quello che è successo è qualcosa di incredibile e non so come nessuno sia rimasto ferito». Il ragazzo ha gli occhi stanchi, la notte è stata dura e chiudere gli occhi dopo un fatto del genere non è facile: «Alle 4 di notte ero qui a fare le brioche – racconta – non ce l’ho fatta a dormire».
Il proprietario del bar ricorda ogni singola scena: «All’inizio non davano nell’occhio – racconta – poi hanno cominciato ad avere un atteggiamento sospetto, a fissarmi, a guardarsi intorno. In quel momento ho cominciato ad avere qualche sospetto ma mai mi sarei immaginato che si sarebbero messi a sparare. Ad un certo punto sono usciti tutti e tre ma uno di loro è rientrato a comprare dell’acqua mentre fuori è cominciato il finimondo». Il barista racconta la scena vissuta nel bar mentre fuori si sparava all’impazzata: «Sono rimasto dietro il bancone – racconta – e ho chiamato i carabinieri con il terzo di loro rimasto nel bar. Faceva su e giù dalle scale, poi è entrato nel bagno ma alla finestra ci sono le sbarre, cercava una via di fuga sul retro ma non l’ha trovata. Ho pensato di fermarlo ma non sapevo se fosse armato oppure no. Mi ha visto mentre chiamavo i carabinieri ma non ha battuto ciglio, poi quando tutto si è tranquillizzato è scappato a bordo di una 147 nera». Il proprietario, che non vuole apparire, difende il buon nome del locale: «Quella gente non ha mai messo piede qui – conclude – non abbiamo niente a che fare con queste cose. Questo è un locale tranquillo».
Intanto fuori si consumava un duello da far west: in due sparavano alla cieca, voltando le spalle all’obiettivo e coprendosi la fuga tra le auto mentre l’altro protagonista sparava da dietro una colonna del portico verso via San Camillo.
Nei bar, in fila alla posta, nei negozi non si parla d’altro. Una donna racconta di essere passata pochi secondi prima con il figlio di sette anni: «E’ stato terribile – racconta – siamo fuggiti verso la Corte del Ciliegio su viale Lombardia, mio figlio urlava e mi chiedeva di andare a casa piangendo. Ho visto un sacco di gente scappare verso di noi, due correvano più veloci degli altri ma non ho visto se erano armati, sono saliti su un auto e sono scappati».
Potrebbe essersi trattato di un vero e proprio agguato teso ai tre avventori del bar dall’uomo nascosto in via San Camillo. L’atteggiamento fortemente sospetto dei tre all’interno del bar e il fatto che il tizio dietro la colonna era stato visto passeggiare nervosamente sotto il portico fa pensare ad un agguato premeditato, un regolamento di conti. L’unica telecamera che può aver ripreso qualcosa è quella del Comune, posizionata tra i pini marittimi della piazza e puntata verso i portici dove sono ubicate la posta e la farmacia. I filmati sono stati acquisiti dagli inquirenti che indagano sulla vicenda.
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