Tribunale, insorgono gli avvocati: «Così non si può andare avanti»

A far traboccare il vaso dell'indignazione dei legali sono in particolare code e lentezze presso le cancellerie civili, ma non solo, fra carenze di personale e organizzazione rigida

Il piatto della giustizia piange a Busto Arsizio: e scendono in campo gli avvocati. In testa il presidente Andrea Buffoni, i legali del Foro di Busto Arsizio hanno pubblicamente denunciato alcuni clamorosi disservizi che ostacolano l’attività giudiziaria presso il tribunale bustese, con particolare riferimento alla cancelleria della sezione civile. È qui che si concentrano le magagne più evidenti, quelle che costano ai legali tempo prezioso e, ritardi che poi spesso la pubblica opinione attribuisce ad una loro pretesa cattiva volontà, come ricordavano. Una denuncia, quella degli avvocati, che non va vista in contrapposizione alla struttura del tribunale: «È anzi in aiuto al presidente Mazzeo che denunciamo questi problemi». Con la cancelleria civile si è creato un vero e proprio collo di bottiglia in un settore cruciale, ridotto in tutta Italia in uno stato tale per cui, come ricordavano i legali, il nostro Paese non è considerato un partner pienamente credibile in cui investire proprio a causa dell’impossibilità o quasi di ottenere sentenze certe in tempi certi, e di darvi applicazione, come si vedrà. Presso la cancelleria civile di fatto lavorano tre persone, spesso ridotte a due per l’invio di uno di questi in udienza: le code sono all’ordine del giorno, i lavoro per gli addetti pesante, gli orari limitati come in tutti i tribunali. Quando il troppo è troppo bisogna dirlo e la denuncia, a voce di Buffoni, è forte. «La funzione dell’avvocatura è permanentemente umiliata, ci ritroviamo al punto che metà di quanto facciamo di fatto spetterebbe a magistratura e cancellerie. La situazione è fuori dai canoni della decenza. Ci si sente sente frustrati ed impotenti a fronte di questi problemi, investiti dai colleghi di una situazione inaccettabile». E Buffoni, da presidente, non ci sta. «Si parla continuamente, e in modo bipartisan, di grandi riforme della giustizia» rincara, «ma è un tema che viene usato come arma politica invece che per risolvere i problemi. Non si può parlarne e poi continuare a procedere con tagli a carico del settore giustizia».

In verità non tutto va male a Busto Arsizio e nel complesso sui tempi dei processi il dato è buono, a paragone di altri tribunali; inoltre la sezione penale opera in modo soddisfacente, riferiscono i legali, ma è vero che ha carichi di lavoro più ridotti. Bene anche le sezioni fallimentare e del lavoro. A Busto sono iscritti oltre 1100 avvocati, un minimo di "intasamento" è inevitabile. Ma il crearsi di un "collo di bottiglia" in un settore delicatissimo in cui pendono migliaia e migliaia di cause per i motivi più svariati rende la vita difficile a tutti. Per Buffoni è certo problema di personale scarso, ma anche di organizzazione del lavoro: un sistema rigido che si è chiesto invano di cambiare, e che l’avvocato imputa in parte agli stessi dipendenti. Parte dei problemi denunciati sono quelli, classici, dei pubblici uffici, con qualche aneddoto grottesco. «Da mesi non si può accedere all’archivio e andiamo avanti a fotocopie di atti: chiediamo che ci si porti una sentenza, un testamento, o cos’altro possa servire in un procedimento, e gli addetti ci rispondono ricordando il loro stato di invalidità, che non gli permette di recarsi a recuperare quanto richiesto. Chiedendo ad altri, la risposta è che non compete loro». Siamo alle solite. E ancora, dialoghi del tipo: «È sicuro di voler depositare questo atto? Al 90% andrà perso». I problemi si estendono poi alle sedi decentrate: «A Saronno e Gallarate da anni manca un cancelliere che firmi gli atti per dare esecuzione alle sentenze del giudice di pace. Commenta sconsolato l’avvocato Roberto Porrello: «Si fa prima a ottenere una sentenza, grazie all’impegno dei magistrati, che la sua esecuzione». E nella sede decentrata di Gallarate come si segnalava già tempo fa che manca fino al 40% del personale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Giugno 2010
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