I nudisti scrivono al sindaco: “Il naturismo non è una cosa sporca”

Paolo Carollo è un praticante del nudismo e si batte per vedere riconosciuto il diritto a rimanere al sole senza vestiti. "Giusto tutelare la decenza, ma noi non facciamo niente di male"

I nudisti non vogliono essere confusi con altre categorie di persone dedite ad altre pratiche. E così qualcuno si è attivato per contestare, civilmente e con argomentazioni chiare, l’ordinanza che vieta il naturismo sullo spiaggione di Castelnovate. Paolo Carollo, nudista e promotore di iniziative per il riconoscimento delle spiagge per naturisti, ha scritto una lunga lettera (protocollata) al sindaco di Vizzola Ticino Miotti, illustrando le sue ragioni: «concordo pienamente con Lei e la relativa Giunta per l’adozione di codeste misure preventive – scrive Carollo -, atte alla tutela sia delle persone che della pubblica decenza, atte a contrastare fenomeni contrari alla pubblica decenza.
Tuttavia mi trovo alquanto perplesso per quanto riferito al punto 2) ove, parere del sottoscritto, punto eccessivamente generalizzato nel tentativo di dar fine all’ormai eccessivo degrado dell’area.
 Di fatto ritengo ed ormai direi comunemente acquisito, che un corpo, nel suo normale stato di quiete, uomo o donna che sia, nella sua nudità integrale, non costituisca alcun scandalo o indecenza.Non mi risulta che alcuno di noi, si scandalizzi negli spogliatoi di una palestra o di una piscina, oppure vedendo un film. Del resto, che piaccia o meno, ritengo che nessuno si stupisca che un uomo sia uomo o una donna sia tale, forse dovremmo stupirci del contrario. 
 Detto modo di percepire il nudo, desidero approfondirlo, in quanto sono pacificamente tollerante a chi è intento all’abbronzatura integrale ed escludo che ciò contribuisca, tra l’altro, sull’integrità psicofisica dei minorenni o pregiudichi le regole etico sociali; basti vedere Francia, Spagna o l’Austria, Germania, come anche in Italia in Trentino, famiglie intere si recano agli wellness e non mi risulta che ciò crei soggetti alterati psicologicamente, anzi, la invito di informarmi sull’autorevole fonte se così invece non fosse.
Pertanto, unicamente per questo punto, mi trovo in contrasto con la suddetta Ordinanza, tuttavia apprezzo notevolmente e seriamente la volontà di risolvere il degrado dell’area, determinata da soggetti che si recano nelle suddette spiagge non per una pacifica abbronzatura, bensì per altro.
Le chiedo pertanto di disporre una seria valutazione per il ragionamento così argomentato, infatti spiagge naturiste legalizzate nel nostro paese sono ricercate in quanto limitate e se correttamente gestite e controllate soggetti desiderosi di altro non si presenteranno, inoltre può essere fonte di seri introiti per l’economia locale. Troppe restrizioni su ciò che nella natura siamo, uomini e donne, non approda a nulla salvo un periodo di osservanza dell’Ordinanza, molti ricorsi e nessun beneficio della città».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Luglio 2010
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