Per Devis Mangia sboccia la Primavera
Il tecnico che guidò la rinasciata del Varese dirigerà la squadra giovanile biancorossa. «Tornare qui è una grande gioia: felice di lavorare a questo progetto»
La nuova formazione "Primavera" del Varese, ricreata dopo 25 anni, sarà guidata da un volto amico e ben noto a tutti i tifosi biancorossi, quello di Devis Mangia. Il tecnico milanese torna così a far parte di un club che lo ha visto grande protagonista negli anni scorsi: allenatore della formazione Beretti, Mangia fu promosso sulla panchina della prima squadra dopo poche partite della stagione 2004/05 quando il Varese militava in Eccellenza. Con lui i biancorossi arrivarono alla finale (persa) con la Tritium, vennero comunque promossi in Serie D, categoria che vinsero a mani basse l’anno seguente. L’avventura di Mangia terminò alla fine della stagione successiva, con la salvezza in C2 senza passare dai playout.
Mister, bentornato in biancorosso. Come si sente?
«Sono davvero molto contento e ora lo posso dire perché la mia nomina alla guida della Primavera è ufficiale. Conosco la società, conosco il direttore Sogliano e so bene che qui si può davvero lavorare su un progetto mirato a formare i giocatori di domani: in tanti altri posti manca proprio questo modo di ragionare che invece a Varese è sempre in primo piano».
Nella sua prima avventura con il vivaio biancorosso lei fece crescere gente come Pisano e Luoni. Nella nuova Primavera chi farà sbocciare?
«Non fatemi fare nomi, perché della squadra e dei giocatori non ne abbiamo ancora parlato. Attendo il giorno del raduno per poi valutare le forze a nostra disposizione, di certo non scenderemo in campo per pura vetrina ma proveremo a fare del nostro meglio. Il bello della Primavera è proprio quello che dicevo prima: è una via di mezzo tra le giovanili e il grande calcio, si può lavorare molto sui singoli per migliorarli e farli diventare giocatori da "piano di sopra". È una bella sfida e una grande responsabilità».
In una categoria che per lei è nuova di zecca.
«Esatto: io finora ho avuto la fortuna, perché di fortuna si tratta, di allenare tutte le categorie del calcio, dai più piccoli fino ai professionisti. Dirigere una Primavera è quello che manca al mio curriculum e quindi anche per me sarà la scoperta di qualcosa di nuovo e interessante. In parte poi la Primavera è una novità anche per il Varese, che da 25 anni non allestisce questa formazione, ma io penso che si possa ugualmente fare bene fin dal primo anno».
Ha già parlato con mister Sannino?
«Non ancora, perché la nomina è davvero freschissima: in questi giorni comunque sarò in sede e se ci sarà la possibilità ci confronteremo direttamente. Altrimenti lo faremo per telefono, senza alcun problema: aspetto di ricevere le sue indicazioni anche se già con Sogliano abbiamo abbozzato qualcosa. Tra l’altro, la mia speranza sarebbe quella di far allenare la squadra sullo stesso campo dei senior per aumentare la possibilità di "scambio" ma so che la carenza di strutture forse non ci permetterà ciò. Comunque, tornando a Sannino, so che la mia scelta è arrivata anche per alcune affinità che abbiamo dal punto di vista delle idee calcistiche: la cosa mi ha fatto ulteriormente piacere».
Lei era in tribuna nella finale contro la Cremonese. Come ha festeggiato la promozione in Serie B?
«Dico la verità: quando la partita è finita ho preso la macchina e sono tornato a casa. Non volevo fare la parte di quello che sale sul carro dei vincitori, quelli che meritavano il palcoscenico erano altri. Naturalmente ero molto felice per tante persone che ho conosciuto e che hanno centrato questo obiettivo ed ero altrettanto contento perché io del Varese sono sempre rimasto un grande tifoso. Ora poi è arrivata anche questa chiamata che quel giorno era davvero impensabile».
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