I musulmani invitano i gallaratesi: “Venite a conoscerci”
Prosegue la preghiera islamica all'ombra del campanile di Arnate. Sabato ci sarà l'incontro dedicato alla figura di Maria nel Corano: l'imam italiano Yahya Pallavicini incontrerà anche don Franco Carnevali
Le litanie in arabo sono dolci, anche se rimbalzano tra le pareti di plastica di un tendone. Solo la risposta corale, amin, risuona fino all’esterno, nel cortile del vecchio oratorio, all’ombra del campanile della chiesa cattolica e a poca distanza dai palazzi intorno. Succede solo a Gallarate che due fedi si trovino a convivere una accanto all’altra, seppur provvisoriamente, nel pieno di un centro storico: la disponibilità della parrocchia di Arnate e di monsignor Carnevali ad ospitare la comunità musulmana per il Ramadan ha portato ieri in città persino i giornalisti di una televisione francese, venuti a vedere da vicino. Li accoglie Hamid Khartaoui, rappresentante della comunità: «Noi vogliamo solo un posto dove pregare, abbiamo anche acquistato un immobile di tasca nostra. Anche il nuovo piano regolatore non prevede aree per luoghi religiosi. Così siamo qui. Ma non vogliamo fare polemica, abbiamo sempre la speranza».
in Pakistan, della solidarietà, del comportamento retto da tenere, del mistero del male: «Allah ci mette alla prova: dobbiamo aiutare i nostri fratelli dell’Est, non possiamo continuare con la vita di sempre». I fedeli inginocchiati si passano bottiglie d’acqua, nel tendone fa caldo. «Domani – aggiunge Hamid Khartaoui – faremo anche una raccolta di soldi da inviare in aiuto dei fratelli». Il tendone si è riempito lentamente, arrivano alla spicciolata, dopo la cena al tramonto che rompe il digiuno: giovani e anziani in vestiti tradizionali, altri ragazzi in maglietta e scarpe da tennis (lasciate ovviamente fuori dal tendone, come prevedono le regole). Nelle strade ci sono poche auto, la gran parte arriva in bicicletta dentro nel cortiletto, proprio come accade davanti alle chiese. Fuori, sulla piazza davanti alla chiesa, ci sono poche persone del quartiere, il massimo di dialogo tra i due gruppi sembra essere uno sguardo furtivo. Non bastano certo i preti per superare la diffidenza. TAG ARTICOLO
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