A Mauritius non è gradita, la casa di Emilietta resta l’aeroporto
Abbiamo contattato consoli ed ambasciate per capire qualcosa di più della vicenda della clochard che vive nello scalo milanese. Una sola risposta: è nella lista nera e non può tornare sull'isola africana
Emilietta vive ancora in aeroporto, a Malpensa. Ce ne eravamo occupati ad inizio agosto, è passato un mese e mezzo, ma nulla si è mosso. E da quel che abbiamo potuto sapere in questo periodo, sarà difficile se non impossibile che la signora Cesira Ton, per tutti Emilietta, torni a Mauritius.
La vicenda quest’estate ha fatto il giro di tutti i principali giornali e telegiornali nazionali e stranieri: una storia come quella raccontata dalla 71enne di origine veneta non può passare inosservata. La partenza per l’isola africana con i due figli e il marito, la spola per anni con il Madagascar, il matrimonio che finisce, il visto scaduto e la cacciata da Mauritius sono solo alcuni degli ingredienti di questa (per molti versi assurda) vicenda.
La signora Ton vive in aeroporto da sei anni e prima era stata costretta a passare mesi tra una tenda a Busto Arsizio ed un ricovero di fortuna in stazione a Gallarate: vive con i soldi che recupera dai carrelli in aeroporto e il denaro che le arriva da una pensione minima. Sta lì, a guardare gli aerei decollare, nella speranza di poter un giorno partire nuovamente. Non vuole aiuto, non cerca solidarietà né tanto meno elemosina. Si tiene pulita lavandosi nei bagni quando a Malpensa non c’è in giro nessuno, dorme sulle panchine di marmo al piano arrivi, vive con al suo fianco le valige, alcuni giornali e un blocco sul quale scrive poesie che poi regala. Ha tanti amici, dalle donne delle pulizie, ai baristi e le commesse che frequentano ogni giorno il piccolo/grande mondo dello scalo della brughiera.
VareseNews ha raccontato la sua storia, ma abbiamo voluto cercare di capire meglio e soprattutto volevamo sapere se ci fossero margini di soluzione. Abbiamo quindi provato a contattare i consolati e le ambasciate. Ecco le risposte che abbiamo avuto. «La storia raccontata dalla signora Ton è in parte vera, effettivamente ci siamo occupati del caso e in due occasioni abbiamo cercato di intervenire con le autorità locali ma senza successo.. Per quanto riguarda le vicende familiari, non posso commentare – ci ha spiegato il console onorario italiano a Mauritius Sefano Zinno -. All’epoca dei fatti siamo intervenuti su richiesta dell’interessata, quindi se l’interessata ci fa un ulteriore richiesta per noi non c’e’ alcun problema a dare seguito.
Per quanto riguarda il fatto che sia indesiderata, sono questioni di "diritto Mauriziano"».
Ci siamo dunque rivolti all’ambasciata mauriziana in Italia: «Secondo l’informazione in nostro possesso, la Signora Cesira Ton è sulla “Black List” delle persone non gradite alle Autorità Mauriziane, i quali di conseguenza non possono tornare a Mauritius senza un’autorizzazione delle Autorità competenti locali. Tuttavia se la Signora Cesira Ton desidera tornare a Mauritius per visitare i suoi famigliari, può indirizzare prima del suo viaggio, una richiesta con la giustificazione necessaria – ci ha scritto Denis Cangy, console di Mauritius in Italia -. Le persone sulla “Black List” sono in genere dei cittadini stranieri che hanno infranto la legge mauriziana per un motivo o per un altro e di cui sono sempre informati dalle Autorità locali, al momento del rimpatrio. Pertanto, sono a conoscenza del reato da loro commesso. In ogni caso, se una persona sostiene di ignorare il motivo del suo rimpatrio, può sempre scrivere direttamente all’Ufficio del Primo Ministro o tramite il Ministero degli Affari Esteri Italiano, per chiedere delucidazioni sul suo caso».
Con grande disponibilità e franchezza è il console onorario di Mauritius a Milano, Renato Catalfamo, a spiegare la posizione del governo dell’isola africana: «Non si può fare nulla – ci ha spiegato -. Conosco la vicenda, ho parlato più volte con la signora Ton e sono in ottimi rapporti con le autorità mauriziane. I problemi sono diversi e di portata considerevole. Io sono 26 anni che frequento le Mauritius, posso assicurare che è un posto dove non ci sono limitazioni o leggi liberticide. Se la signora non può tornare, c’è un motivo che per motivi di privacy e riservatezza non posso rendere pubblico. La signora è una persona intelligente, si è creata un suo mondo che le piace anche, pur non vivendo nell’agio. A Mauritius non può tornare, non vedo spiragli, la situazione è complicata».
Dei famigliari di Emilietta non c’è traccia. I suoi due figli hanno avuto grossi problemi e lei su questo argomento non sembra disponibile a parlare, così come non vuole approfondire il discorso sui reali motivi che le impedicono di tornare nel paese africano: glissa, tira in ballo il visto scaduto e parla di non meglio specificate ragioni politiche (confermate in parte dalle autorità di polizia dell’aeroporto che si sono occupate della vicenda). Se ne sta lì, pronta a tentare nuovamente la partenza per Mauritius. Forse il film che un regista sta girando su di lei un giorno chiarirà questa vicenda.
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