Il PdL lancia la corsa di Massimo Bossi

"Candidato in pectore" lo definisce Nino Caianiello, che poi tira stoccate alla Lega: "da loro ingerenze esterne, non decidono in libertà". Confermata la lista civica Mucci: "non creerà confusione"

Il primo a fare il nome è stato Germano Dall’Igna, il presidente della commissione bilancio. «Il nostro uomo è Massimo Bossi» ha enunciato. Il nome di Bossi è stato confermato poi ufficialmente dal gran patron del centrodestra locale, Nino Caianiello. «Candidato in pectore», anche se non si esclude che in futuro la scelta possa essere individuata nella «rosa più ampia» che comprende Paolo Caravati, Isabella Peroni e Donato Lozito. Una «indicazione di massima» che dovrà trovare riscontro nel confronto con le altre forze politiche.

Chiudendo con il suo lungo intervento gli stati generali del partito in vista del voto, Caianiello ha delineato le strategie elettorali. Che non passano solo dalla scelta del candidato, che qualcuno teme essere stata troppo forse prematura. All’orizzonte c’è anche la composizione di una coalizione più ampia, con più liste: «Al PdL non interessa essere il primo partito, interessa portare sindaco e programma al governo della nostra città». Un approccio meno incentrato sul partito, nella scheda elettorale ci sarà anche una “lista civica del sindaco” che dia continuità al lavoro fatto da Mucci. «Non creerà confusione, credo, darà una opportunità in più a chi ha lavorato in questi anni.

 Quanto alle altre liste, l’appoggio di Udc e Polo Civico di Centro – presenti i loro rappresentanti a questa due giorni – è scontato, più problematico il confronto con Futuro e Libertà (assente, ma – assicura il referente locale De Bernardi Martignoni – solo per ragioni di opportunità) e con la Lega. Quasi a chiudere la serie di interventi critici verso il carroccio per ragioni diverse, Caianiello ha tirato la stoccata finale: «La Lega deve stare all’opposizione per ordini esterni, perché qualcuno teme che l’esempio del buongoverno gallaratese del PdL arrivi fino a Busto e Varese». Accuse di «ingerenze» da parte delle segreterie, contrapposte all’autonomia del PdL gallaratese: «Se il PdL decide di andare da solo, lo fa in piena libertà. Se lo fa la Lega, lo fa rispondendo ad altri»
 
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Ottobre 2010
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