Carlo Stelluti l’uomo per il centrosinistra?
Già segretario della Cisl milanese e sindaco di Bollate per cinque anni, l'ex parlamentare bustocco è tra i "papabili". «Dopo Bollate non è facile rimettersi in pista: lì per cinque anni hanno cercato di 'farmi fuori'»
Possibile svolta nella marcia d’avvicinamento alle elezioni amministrative del 2011. Non c’è nulla di ufficiale, e siamo nella fase dei sondaggi, ma dal centrosinistra filtra un nome: Carlo Stelluti. Il 66enne, bustocco, ex sindacalista Cisl poveniente dal tessile, tesserato PD, deputato dal 1996 al 2001 e sindaco di Bollate, nell’hinterland milanese, dal 2005 al 2010, è persona stimata ed apprezzata da più parti. Potrebbe essere dunque intorno a lui che si costituirà quell’alleanza larga di centrosinistra che si cerca come un santo Graal della politica bustocca. Se a lungo nessuno si era fatto avanti, Stelluti è stato, diciamo così, "nominato": nelle discussioni sui potenziali candidati, fatte a mezza voce tra militanti e segreterie, il suo era uno dei nomi "sul tavolo". Un tavolo da cui però, non avrebbe dovuto ancora filtrare nulla. Non c’è entusiasmo in segretaria, nel PD, per la prematura uscita del nome di Stelluti, che in realtà sta ancora vagliando l’offerta. Intendiamoci: l’interessato considera un segno di stima reale il fatto che si sia pensato a lui come possibile candidato sindaco di un centrosinistra unito a Busto Arsizio, e non lo nega. «Fa piacere, è un riconoscimento dell’attività svolta. Contatti con i partiti però non ce ne sono stati che pochi finora, vedrò se ci sono le condizioni perchè si possa parlare di una candidatura» dichiara prudente. Resta il dilemma: dietro le "gole profonde" di turno c’è chi caldeggia la candidatura Stelluti o chi la vuole "bruciare"? Mistero.
– Un’esperienza "pesante" alle spalle
«Dopo Bollate, non è facile rimettersi in pista» confessa Stelluti. L’esperienza alla testa del grosso Comune dell’hinterland milanese, in un’area ormai dominio in molti campi della criminalità organizzata (‘ndrangheta e dintorni) e dei suoi interessi, è stata «particolarmente pesante», dal punto di vista politico, amministrativo, e personale. «La situazione là era piuttosto delicata» riferisce, ed è un eufemismo. A Bollate Stelluti, bustocco, arrivava con l’esperienza da segretario generale di Cisl per la provincia di Milano, e quella da parlamentare di maggioranza nel quinquennio del centrosinistra di governo, eletto proprio nel collegio di Bollate. «Nel 2005 i segretari locali dei partiti mi pregarono di accettare la candidatura, e fui eletto». Apriti cielo: furono cinque anni di battaglia. Soprattutto sul fronte urbanistico, ma anche su quello strettamente amministrativo con la grossa grana della separazione in corso dalla frazione Baranzate, divenuta Comune autonomo. Un suo predecessore, spiega, aveva dovuto dimettersi in seguito a una condanna poi ribaltata in assoluzione piena in appello; lui stesso durante il mandato si è trovato denunciato da un suo stesso assessore con l’accusa di falso ideologico, venendo però assolto in modo pieno, perchè il fatto non sussisteva. Intanto, «le indagini condotte dalla pm Boccassini, e di cui si è parlato ancora di recente, avevano messo in luce tentativi organizzati di mettere le mani sull’amministrazione, insomma di ‘farmi fuori’: da intercettazioni risulta che in certi ambienti si lamentava apertamente la mia indisponibilità». Si progettavano "agguati" politici sul bilancio (nulla di illecito in sè). Alla fine Stelluti è caduto in modo "naturale": al ballottaggio, per poche centinaia di voti in un Comune di quarantamila anime, in un’elezione che ha visto contrapposti a lui numerosi altri candidati sindaci e liste civiche.
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