Ceriani: “ultimo chiarimento sulla natura giuridica della Fondazione”

Eletta segretario del Pd, si è dimessa da consigliere di amministrazione della Fondazione Montevecchio. In questa veste interviene per l'ultima volta per rispondere all'IdV

«Un ultimo chiarimento, poi basta». È quasi esasperata Ilaria Ceriani, neosegretario del Pd samaratese che interviene però, per l’ultima volta, come «ex membro del CdA della Fondazione Montevecchio» per rispondere alle critiche dell’IdV. Ceriani si è dimessa settimana scorsa dalla Fondazione, dopo essere stata eletta referente politico dei democratici a livello locale.  «Ho appositamente rassegnato le dimissioni per evitare di sovrapporre i due ruoli – spiega Ceriani – e quindi pregherei chiunque volesse nuovamente argomentare sulla mia precedente situazione di consigliere del CdA di fare altrettanto, evitando peraltro di screditare la mia figura professionale. Consiglio inoltre di documentarsi bene prima di scrivere, o prima di firmare lettere redatte da altri soggetti, e di verificare la consistente giurisprudenza della Suprema Corte a riguardo. A me piace farlo e pertanto ho approfondito già a suo tempo, appena insediatami nella Fondazione, tutti questi aspetti anche con la Segretaria comunale dell’epoca, che con competenza e professionalità ci aiutò nello start-up dell’ente».
 
Ecco dunque la spiegazione data da Ceriani sulla natura giuridica della Fondazione, diventata oggetto di polemica da parte dell’IdV: «Innanzitutto la Fondazione è soggetto di diritto privato, così come previsto dal Codice Civile anche se costituto grazie all’apporto di un ente pubblico che agisce in qualità di fondatore, infatti “la natura pubblica degli enti che concorrono a formare un nuovo ente non è sufficiente ad attribuire natura pubblicistica a quest’ultimo […]” (Cfr. Cass. Civ., Sez. Unite, sentenza 23 novembre 1993, n.11541).
La Corte di Cassazione afferma inoltre che “un ente è qualificabile come pubblico soltanto quando
gli sia attribuita, in forza di legge o di provvedimento amministrativo fondato su previsione di
legge, la personalità giuridica di diritto pubblico […] la suddetta qualità, pertanto, non può essere
riconosciuta ad una fondazione che risulti priva dell’indicata personalità giuridica,
indipendentemente dal fatto che essa svolga attività di carattere generale” (Cfr. Cass. Civ.,
sentenza 29 aprile 1985, n. 2763 in Mass. Giur. It., 1985).
In una ulteriore pronuncia la Corte ha analogamente affermato che “in difetto del riconoscimento
della personalità giuridica di diritto pubblico, una fondazione non è qualificabile come ente
pubblico, anziché come ente privato per il solo fatto che persegua finalità non di lucro e che sia
soggetta a controlli ed ingerenza dell’autorità governativa, trattandosi di caratteristiche proprie
anche delle fondazioni di diritto privato” (Cfr. Cass. Civ., sentenza 23 novembre 1985, n. 5812 in
Mass. Giur. It., 1985). Volendo potrei dilungarmi, ma preferisco fermarmi qua».
 
«Per quanto riguarda però gli interventi sull’immobile la Fondazione è obbligata ad osservare la
normativa sugli appalti pubblici perché la villa è di proprietà pubblica. Ciò poiché, proprio
leggendo il codice degli appalti pubblici (D.Lgs. n. 163/2006), art. 1, comma 2 “Nei casi in cui le
norme vigenti consentono la costituzione di società miste per la realizzazione e/o gestione di
un’opera pubblica o di un servizio, la scelta del socio privato avviene con procedure di evidenza
pubblica.”
In sintesi la Fondazione è e resta soggetto di diritto privato – come tale soggetto alla disciplina
degli artt. 12 e ss cod. civ. e, tuttavia, solo e soltanto con riferimento alla normativa sugli appalti
pubblici – c.d. codice degli appalti pubblici – può essere considerata come organismo di diritto
pubblico (si rinvia, per chi ha voglia e tempo, alla normativa citata) e, come tale, laddove intenda
appaltare servizi o forniture, è soggetto alla richiamata disciplina.
Per quanto riguarda la parole riportate circa un’affermazione del Presidente Paccioretti del 2008 si
faccia attenzione al contesto (mi domando quanto tempo da perdere hanno alcune persone per
archiviare, rileggere e confrontare?). Sussiste infatti una decisa inesattezza, che tuttavia non
cambia la sostanza, ovvero che è l’immobile ad essere pubblico non la Fondazione.
Non credo però che le parole del Presidente Paccioretti scritte su un giornale online, per quanto
interessante e stimabile esso sia, facciano giurisprudenza…anche se in questo delirio collettivo
forse ci si può aspettare di tutto.
Non tornerò più sull’argomento perché è stato stabilito il percorso delle commissioni che
esamineranno tutto l’operato della Fondazione ed esprimeranno un giudizio ed una valutazione in
merito. Infine credo che alla cittadinanza di Samarate tutto ciò interessi veramente poco, ritengo più
opportuno e doveroso che tutti gli interessati debbano tornare ad occuparsi delle cose importanti
e dei reali problemi della Città, in modo serio, responsabile e utile».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2010
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