Dalla Chiesa ai lonatesi: «Non esistono buoni rapporti con la ‘ndrangheta»
Pubblico nutrito e applausi per Nando Dalla Chiesa, ospite della serata organizzata dal gruppo di lavoro per la legalità insieme a Massimo Brugnone e Luigi Vecchione
Successo di pubblico per il primo incontro organizzato dal gruppo di lavoro per la legalità del Comune di Lonate Pozzolo nella sala conferenze del monastero di san Michele. La serata ha visto come protagonisti Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto e professore di sociologia della criminalità organizzata alla Statale di Milano e autore di moltissimi libri sul tema, Massimo Brugnone, coordinatore regionale di Ammazzateci tutti Lombardia e Luigi Vecchione, presidente del Centro cattolico liberale e dei circoli Tocqueville, che ha riportato l’esperienza della sua famiglia con la camorra. Il tema "Legalità=Libertà, come riconoscere e contrastare i comportamenti mafiosi" è stato seguito in pieno dai relatori moderati dal giornalista di Varesenews Orlando Mastrillo. Quasi tutto il consiglio comunale era presente con gli assessori in prima fila, il sindaco subito dietro.
«I nemici si trattano come i nemici, come in guerra – ha detto in prima battuta Nando Dall Chiesa – a volte i comportamenti della società assumono tratti di complicità a volte involontaria e a volte meno. Le buone relazioni che spesso politici e imprenditori mantengono con questi personaggi magari non hanno nulla di penalmente rilevante ma vanno condannate moralmente». Una staffilata che colpisce nel segno in un paese di 12 mila anime che si è ritrovata un’immigrazione fortissima da Cirò Marina negli anni scorsi e che negli ultimi anni ha subito una sorta di condizionamento continuo delle sue attività economiche, politiche e sociali. Riprendendo anche la polemica di questi giorni Dall Chiesa affonda anche contro chi ha osato dire che la mafia al nord non esiste: «Chi parla così stende a questi signori un tappeto rosso – ha detto dalla Chiesa – per combattere un nemico la prima cosa da fare è ammetterne l’esistenza e poi denunciare perchè lo Stato c’è. L’appello accorato che faccio è quello di mettere insieme tutte le forze pulite di questa terra, da destra a sinistra, e questo gruppo di lavoro è una bella risposta che produrrà risultati positivi. Bisogna avere il coraggio, però, di allontanare chi non è degno del ruolo che ricopre».
Massimo Brugnone, invece, ha parlato di come contrastare la mafia partendo dall’educazione dei ragazzi: «Oggi sono stato in una scuola di Lodi – ha detto Brugnone sventolando una cartella con una ricerca approfondita sulla mafia fatta dai ragazzi di terza media – sulla prima pagina di questa ricerca c’è scritto "Noi ci mettiamo la faccia e la testa". Questi ragazzi hanno lavorato con i loro insegnanti per produrre questo documento che vale più di ogni altra cosa. Come Ammazzateci Tutti stiamo lavorando con le scuole per dedicare una parte del Piano di offerta formativa proprio alla legalità e al contrasto alle mafie». A Busto ci sono già riusciti al liceo Tosi e, dopo una lezione sul funzionamento della giustizia, sono andati in aula per seguire un’udienza del processo alla ‘ndrangheta di Lonate: «Alcuni di quei ragazzi sono qui stasera senza che nessuno li abbia costretti – spiega Brugnone – questo significa che questa iniziativa ha funzionato».
Toccante infine la testimonianza di Luigi Vecchione che non è riuscito a trattenere le lacrime durante il suo racconto: «Mio padre negli anni ’70 se l’è dovuta vedere con Carmine Alfieri che nel nolano, la zona dove vive e opera la mia famiglia, era il padrone assoluto e tutti pagavano per lavorare – racconta Vecchione – mio padre stava cercando di ingrandire la sua impresa in maniera legale e aveva anche fondato la Confapi campana. Di fronte alle richieste di pagamenti "per garantirsi l’incolumità" ha sempre detto no e ha anche cercato di parlare con questi personaggi. Lentamente sono iniziate prima le minacce di morte, poi gli attentati ai mezzi, infine le pressioni sui nostri operai che uno ad uno se ne sono andati. Oggi lavoriamo ancora ma la nostra azienda si è dovuta ridimensionare. Giù dalle mie parti non c’è la libertà d’impresa di cui si parla nell’articolo 41 della Costituzione italiana».
La serata si è conclusa con gli interventi finali dell’assessore alla cultura e presidente del gruppo di lavoro Simontacchi che ha annunciato la prossima iniziativa contro il bullismo nelle scuole «che è il primo sintomo della prevaricazione e del disprezzo delle regole tipico della mafia» e con il saluto finale del sindaco Piergiulio Gelosa.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Bruno Paolillo su Ottant’anni fa Hiroshima: la memoria della bomba che cambiò il mondo
PaoloFilterfree su Vigili del fuoco, organico solo sulla carta: Candiani denuncia l’abuso delle leggi speciali. "Vuote anche le case Aler in convenzione"
Alessandro Zanzi su Crescono le diagnosi di disabilità tra i minori di Varese: +500% in 10 anni
Lina Hepper su La Provincia di Varese studia un gestore unico dei rifiuti: "Una strategia a lungo termine per anticipare il futuro"
Cloe su Quattro eccellenze varesine premiate dai Travelers' Choice 2025 di TripAdvisor
lenny54 su Turisti ebrei con la kippah aggrediti in autogrill a Lainate
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.