È una Cimberio con l’X-Factor

La vittoria con la Virtus è marchiata a fuoco dall'ex più atteso, Righetti, ripudiato dai bolognesi e protagonista a Varese. Ma nella stessa partita sono troppi i fischi a caso, e non parliamo di quelli dei tifosi

(d. f.) È l’unico giocatore italiano con una "X" nel nome di battesimo, era pure l’ex più atteso e non ha tradito le attese. In un weekend eccellente per le nostre squadre principali (non le trovate nel pagellone, ma pure le pallavoliste hanno dato spettacolo) la copertina va a un cestista che dopo una carriera invidiabile ha passato un anno d’inferno e che ieri si è ripreso ciò che gli è stato tolto. Il piacere di fare canestro, di vincere… e di commentare con estrema signorilità il passato. Una cosa che rende Alex Righetti ancora più grande.

Pagellone numero 35 del 29 novembre 2010

alex righetti basket aperturaAlex Righetti 8,5 – Una stagione passata ai margini di tutto. Degli allenamenti, perché spesso doveva lavorare da solo; delle partite, perché quasi sempre le ha viste dalla tribuna; dell’attenzione, perché la sua situazione ha fatto notizia per un po’ ma poi è diventata triste routine; della considerazione, perché chi doveva fare delle scelte tecniche aveva il veto su di lui. Chiaro che per Alex Righetti la partita contro la Virtus di Sabatini non poteva essere una gara come tutte le altre: i suoi 21 punti sono stati 21 pugni a chi gli ha voluto male. Certo fossimo in Sabatini ci preoccuperemmo: settimana scorsa è stato beffato da Ford, stavolta stritolato da Righetti… tra sette giorni a Casalecchio toccherà a Bulleri far festa?

Alessandro Frara 7,5 – Beppe Sannino ha giustamente additato Eros Pisano come il simbolo di questo Varese, perché c’era ai tempi dell’Eccellenza e c’è ancora in Serie B, sempre più forte, sempre più determinante. Però i biancorossi, se sono in zona playoff, lo devono a tutto l’organico (anche questo Sannino lo ripete spesso), e cioé anche a quei giocatori che si vedono meno ma che prima o poi hanno la loro chance di gloria. Sabato è toccato a questo mediano dal passaggio sempre utile e dalla voce sempre bassa, nonostante un pedigree di tutto rispetto: gol magico e dribbling da cui è nata la punizione della vittoria. E a quel punto la sua voce l’ha fatta sentire a tutto l’Euganeo ammutolito: un urlo alla Tardelli che è il ruggito del Varese.

Raffaele Novelli 7 – Neve o bel tempo, avversarie di rango o cenerentole, stipendi pagati o "puff" epocali: a questa Pro Patria le condizioni esterne fanno un baffo perché alle spalle ha un signor tecnico, che sa tenere assieme il gruppo e lo convince a spingersi sempre oltre l’asticella, ogni volta più alta. Con il Feralpi è arrivata un’altra vittoria in rimonta, e perciò epica; il morale ringrazia, le coronarie un po’ meno: per il prossimo sponsor ci si potrebbe rivolgere a una ditta di defibrillatori. Però, se i soli problemi fossero quelli del brivido fino al fischio finale, sarebbe comunque un bel vivere.

90° minuto 4,5 – Lascia di stucco l’indifferenza con cui viene trattato il Varese da diverse testate nazionali. Sannino, per molti, è al massimo un allenatore pittoresco; il programma principe della Rai invece continua a derubricare i successi dei biancorossi. Certo, l’opinionista è quel D’Amico della Lazio che in tanti si ricordano in tandem con l’arbitro Agnolin, con il mancato "miracolo" e con quel maledetto giugno dell’82: a pensar male si fa peccato ma spesso ci si coglie. Non andiamo più in basso con il voto perché in un paio di occasioni ci è capitato di scambiare quattro chiacchiere con gli inviati della radio-tv di Stato e li abbiamo apprezzati; evidentemente il problema siede nello studio centrale. A proposito, anche la "Gazzetta" di domenica snocciolava i quattro assenti del Padova senza citare gli altrettanti infortunati del Varese. Se ci snobbano è peggio per loro: non sanno cosa si perdono.

Tolga Sahin, Gianluca Mattioli, Emanuele Aronne 4 – Al tavolo dei commissari di Cimberio-Canadian Solar c’era il gaviratese Felice Paronelli, designatore degli arbitri della Serie A di basket: crediamo che abbia avuto un bel po’ da fare nel dopo partita per catechizzare i tre fischietti che hanno diretto una partita molto piacevole ma in parte rovinata da una serie di decisioni fuori luogo, fuori tempo, fuori logica. Gli esperti ci dicono che Sahin, tra gli altri due, abbia fatto meglio: probabile e gli diamo un punto in più. Però, in Serie A, certe direzioni piene di compensazioni e di interruzioni evitabili non le vorremmo più vedere.

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Pubblicato il 29 Novembre 2010
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