“Ecco perché non accompagneremo i ragazzi in gita”

Il collegio docenti dell’Isis Montale protesta contro la riforma Gelmini senza scioperi e spiega che “non si possono chiedere più soldi alle famiglie. Organizzeremo dei corsi in più”

«In una fase di evidente recessione economica anche le famiglie si trovano in difficoltà a versare la quota di partecipazione ai viaggi e non è giusto chiedere loro un ulteriore sacrificio». Il collegio docenti dell’Isis Montale di Tradate non ci sta, non vuole chiedere più soldi agli studenti per fare le gite e decide che per il prossimo anno scolastico gli insegnanti si rifiuteranno di accompagnare  le classi in gita.
Secondo i professori la proposta di “maggiorare” il contributo dei ragazzi era arrivata dal Dirigente Scolastico durante il consiglio d’istituto ed era «intesa a favorire, nonostante i tagli ministeriali, le proposte di gite, viaggi d’istruzione e stage linguistici. In quella sede nessuno ha saputo dare indicazioni precise sull’ammontare del cosiddetto “gettone” che dovrebbe in parte compensare la mancata indennità per i viaggi d’istruzione, sia in Italia che all’estero. E di ricaricare i costi sugli alunni partecipanti non se ne parla nemmeno. Non si vuole far gravare sulle famiglie, come viene fatto altrove, il peso di una manovra finanziaria mascherata da riforma».
 
Ma perchè è stata privilegiata questa forma di protesta? «Diciamo subito che non c’è nessuna volontà punitiva in questa iniziativa, anzi, siamo tutti consapevoli della validità delle gite – spiegano i professori in una lettera -. Purtroppo però, non ci sono molte altre possibilità di far sentire la protesta. Questa è una prima iniziativa per dare un segnale concreto del disagio percepito dai docenti nei confronti del processo di forte ridimensionamento della scuola pubblica in atto. I motivi di preoccupazione sono tanti e vanno ben oltre il discorso sulle gite. Questo è solo la punta dell’iceberg».
 
Gli insegnanti spiegano che nei nuovi indirizzi tecnici previsti dalla Riforma Gelmini sono state drasticamente tagliate, oltre che in altre discipline, le ore di lingua straniera. Rispetto al vecchio corso ERICA, le ore passano da cinque a tre, e scompaiono gli insegnanti di conversazione. «Nei nuovi indirizzi linguistici del settore economico come i nostri (Relazioni Internazionali e Turistico) si faranno le stesse ore di lingua straniera di un qualsiasi altro indirizzo non linguistico: tre ore alla settimana. E questo significa per la nostra scuola, che si è sempre caratterizzata per una buona offerta linguistica, un grosso passo indietro».
«Riteniamo sia giunto il momento di dare qualche segnale concreto – aggiungono i docenti -. Almeno per il corrente anno scolastico. Una forma di protesta alternativa ai soliti scioperi, che speriamo alunni e genitori condividano. Nella settimana tradizionalmente dedicata agli stage ed ai viaggi d’istruzione i docenti potranno proporre la sospensione della normale attività didattica a favore di corsi in preparazione alle certificazioni linguistiche esterne per gli alunni interessati, e corsi di recupero per quelli in difficoltà. Certo, perché anche per corsi pomeridiani di recupero e di approfondimento non ci sono più fondi. È bene che le famiglie ne siano informate. Quando si diceva… che bisogna far di necessità virtù. I tempi ci impongono qualche sacrificio».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Novembre 2010
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