Umberto Ambrosoli ospite del Liceo Crespi
Il figlio dell'avvocato ucciso nel 1979 per la grave colpa d'essere onesto presenta sabato 6 novembre in aula magna il suo "Qualunque cosa succeda", dedicato al padre
Sarà ospite del Liceo Crespi sabato 6 novembre Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato che nel 1979 venne fatto uccidere da un potente banchiere senza scrupoli perché, indisponibile a piegarsi ad un sistema marcio e corrotto, aveva scelto di percorrere la strada del rispetto delle regole. Proprio di questo, del principio di legalità come strumento di cittadinanza, parlerà agli studenti dell’ultimo anno Umberto Ambrosoli, di recente ospite del Comune di Busto Arsizio per la premiazione degli studenti più meritevoli e autore di un libro che ricostruisce la storia di suo padre: i ricordi di lui, allora bambino, si ricompongono con le testimonianze, i documenti, le carte su cui Ambrosoli lavorava e fanno emergere la figura di un cittadino che, "Qualunque cosa succeda" (ed è il titolo del bel libro), mantiene la sua dirittura morale e conduce fino in fondo il compito che gli è stato affidato. Una lezione di cittadinanza, lezione di umile e suo malgrado eroica onestà, destinata ai ragazzi che possono rendere migliore il Paese, che si rifiutano di accettare come cose normali i peggiori vizi della vita quotidiana e della politica.
L’incontro è promosso dal Liceo con la collaborazione degli avvocati Luciano Salomoni e Luigi Cavelleri, presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati – sezione di Busto Arsizio. Data la rilevanza dell’ospite, l’evento, in Aula Magna alle ore 10:40, sarà aperto al pubblico.
Giorgio Ambrosoli:
E’ il 1979 quando Giorgio Ambrosoli viene ucciso sul portone di casa, a Milano. L’esecuzione è eseguita con tre colpi di pistola sparati dal killer William J. Aricò. Il mandante è Michele Sindona, finanziere legato alla P2 e alla mafia, che avrebbe concluso la sua carriera nel 1986, bevendo una tazzina di caffè avvelenata mentre si trova dietro le sbarre del carcere di Voghera.
Nel 1974 l’avvocato Giorgio Ambrosoli era stato nominato commissario liquidatore della Banca privata italiana di Michele Sindona, messa in liquidazione coatta su sentenza della magistratura di Milano. Gli scandali finanziari in cui Sindona aveva trascinato i suoi istituti di credito e le operazioni illegali in cui era coinvolto stavano venendo alla luce. Analizzando i conti della Banca privata italiana, Ambrosoli scopre tutto il marcio che si cela dietro l’attività del finanziere, considerato fino a pochi anni prima uno dei più brillanti uomini d’affari a livello internazionale.
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