Abdul e Pasquale, insieme per i diritti degli operai
Uno accanto all'altro: il primo dal Ghana, l'altro da Caserta. Nel lavoro e nel sindacato hanno trovato un ruolo sociale
Abdul Rahaman e Pasquale Chierchiello vengono, in modo diverso, da lontano: uno è arrivato dal Ghana vent’anni fa, l’altro dal casertano. Le loro storie s’incrociano qui, in una terra che per tutti e due è stata di adozione: Abdul e Pasquale sono i due delegati sindacali Fim Cisl dell’Acsa, una grande fabbrica metalmeccanica di Oggiona Santo Stefano. «Io vengo dal casertano, sai da dove? Dalla celebre Casal di Principe», spiega Pasquale. E il suo collega ghanese ricorda il suo arrivo in Italia: «Casal di Principe è stato uno dei primi posti dove ho abitato», dice ricordando i giorni di ventun anni fa quando arrivò in Italia. «Era il 1989, sono arrivato dal Ghana in aereo a Palermo. Da lì sono stato prima a Napoli, poi a Casal di Principe, appunto. Sono stato clandestino anch’io, ma per poco: con la legge Martelli nel 1990 ho ottenuto la regolarizzazione e sono salito al Nord». La stessa strada percorsa dall’armata della fame, nel dopoguerra: gente che dal Centro e dal Sud Italia è venuta a cercare non solo il pane, ma anche il riscatto sociale.
Dalla fine degli anni Sessanta l’impegno sindacale uscì dalle fabbriche, sostenne la rivendicazione dei diritti sociali: la casa, la sanità pubblica, l’istruzione per gli operai con le 150 ore. Oggi succede lo stesso, anche se i protagonisti sono cambiati, i lavoratori non vengono più dal Sud e dal Veneto, ma dall’Africa o dall’Asia: per questo la Fim Cisl vuole allargare il suo ruolo, per promuovere integrazione e intercultura, anche a servizio della società: per questo ha lanciato un progetto dedicato agli stranieri.
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