Il nucleare “va” a scuola
Gli studenti del liceo Tosi di Busto discutono con Mario Agostinelli e Manuela Colombo sui problemi della tecnologia nucleare che potrebbe a breve tornare in Italia
Tra i banchi del liceo Tosi si nascondono gli studenti che potrebbero diventare gli ingegneri del futuro, quelli che, sicuramente, dovranno occuparsi dei problemi energetici del nostro Paese. E per questo motivo l’assemblea studentesca del liceo Tosi di dicembre è stata dedicata al tema dell’energia nucleare. Dopo una breve introduzione del dottor Squellati sulle basi della fisica nucleare, la mattinata si è aperta con un lungo documentario. Il video, realizzato dagli stessi ragazzi del liceo montando estratti da Rai Educational, Report, Presa Diretta e Super Quark, ha mostrato le sfide presentate dal nucleare e le più o meno efficaci soluzioni. Si passa dalla difficile costruzione dei nuovi reattori in Francia, all’incremento delle leucemie infantili nelle vicinanze delle centrali, toccando anche le grandi difficoltà di stoccaggio definitivo delle scorie. L’attenzione degli studenti, già rapita dalle informazione raccontate nel video, è stata catalizzata all’arrivo degli esperti. Sul palco del teatro Lux di Sacconago sono saliti la professoressa Manuela Colombo, docente di “fondamenti di energia” al politecnico di Milano, e Mario Agostinelli, ex collaboratore dell’Ente Nazionale Energia Atomica. I due esperti hanno sottolineato da subito l’importanza di una discussione sul problema energetico: «Questo problema riguarda il vostro futuro e se non fate scelte molto decise vi troverete ad affrontare problemi senza precedenti». Infatti, il previsto aumento della temperatura di 2°C della temperatura globale, avrà effetti profondissimi perchè «se io oggi avessi avuto 2 gradi in più rispetto ai miei soliti 36, non sarei certo stato qui con voi», ha detto Agostinelli.
La sintonia tra i due esperti è finita quando si è iniziato a parlare del nucleare. Infatti, la professoressa Colombo crede che il nucleare «non risolva il problema energetico, ma aiuta sicuramente a rispondere alle nuove e sempre più pressanti richieste di corrente», mentre il dottor Agostinelli ritiene che con le centrali atomiche «non solo non si risolve il problema dell’approvvigionamento energetico ma si crea un’ulteriore dipendenza dall’estero perchè i paesi che dispongono delle tecnologie e delle materie prime sono pochi». Gli studenti in platea hanno preso subito la parola e incalzato gli esperti con domande a tutto campo: dai problemi sullo stoccaggio, come l’allagamento dei depositi in Germania e la relativa contaminazione delle falde acquifere, a quelli sulla salute, come l’aumento delle leucemie o la riduzione delle nascite femminili. La discussione è andata avanti con moltissime domande tra le quali spiccano i dubbi sulla reintroduzione del nucleare in Italia, i vantaggi e gli svantaggi economici o ambientali delle energie alternative e la situazione della ricerca scientifica. Ed è proprio con un monito sulla ricerca -condiviso da entrambi gli esperti- che gli studenti sono stati congedati: «E’ imperativo che iniziate a ridurre i consumi, ma sopratutto dovete puntare a realizzare un futuro nuovo in cui sia la natura a darvi l’energia di cui avrete bisogno; Le soluzioni che stiamo pensando oggi, anche l’energia nucleare, sono solo transitorie verso quel radioso futuro. Avete un potenziale incredibile e dovete sfruttarlo appieno».
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