Il Pd e la primavera

Le primarie sono solo uno strumento, non risolvono il vuoto della politica, ma almeno incentivano la partecipazione. Torniamo a parlarne

Si è girato verso il sindaco, e sconsolato si è rivolto alla platea, per lo più di militanti del suo partito. “Tanto qui si sa già chi vince”. Giuseppe Adamoli è convinto che rispetto a Varese “a tutt’oggi non c’è una visione della città, un progetto su cui i cittadini siano informati e coinvolti. È una condizione condivisa con altre realtà locali: l’assenza del cittadino nella costruzione della città. Varese è bella ancora, malgrado errori e forti limiti amministrativi, ma inerte sul piano dell’innovazione”.
Una critica forte alla Lega che guida l’amministrazione dal lontano 1992. Chi governa ha delle precise responsabilità, ma in vista delle prossime elezioni di primavera che progetto ha l’opposizione? Quali sono gli elementi innovativi che possono dare una scossa a Varese?
I prossimi cinque anni saranno interessanti per diverse ragioni. L’amministrazione gestirà la fase di preparazione delle iniziative per Expo 2015, verrà realizzato il tratto di ferrovia tra Arcisate e Stabio, quella che gli svizzeri chiamano, a ragione, Lugano – Malpensa, e la Pedemontana ci collegherà meglio con la Brianza e Bergamo. Questo solo per ragionare in termini di infrastrutture.
Per il futuro di Varese non c’è una proposta forte e chiara del centro sinistra. Il Pd, che di questo schieramento è la forza determinante, è bloccato da mesi alla ricerca di un candidato sindaco. A nulla sembra siano servite le prese di posizione pubblica di vari cittadini e di diversi militanti politici. Tutto tace, o quasi.
Delle primarie, da parte dei vertici del partito non si parla più. Poi adesso, che anche il segretario nazionale sembra voler frenare, c’è da credere che questa esperienza di reale partecipazione rischi di andare in soffitta.
Prevale la tattica, la voglia di alleanze, anche quando la realtà imporrebbe coraggio e voglia di cambiamento. Insomma, sembra quasi che sia data per certa quell’assenza del cittadino di cui parla Adamoli. Manca entusiasmo e confronto.
E intanto il tempo passa, e con questo le opportunità di ascoltare e coinvolgere i varesini sul possibile futuro della loro città. Niente di nuovo, ma così facendo si rinuncia a giocare. Come nelle partite di calcio, se lo squilibrio diventa troppo marcato, passa anche la voglia di mettersi in mutande per correre dietro al pallone, convinti solo di rischiare una figuraccia solenne. Così si gioca in difesa e, oltre a perdere non ci si diverte nemmeno.
Le primarie sono solo uno strumento, non risolvono il vuoto della politica, ma almeno incentivano la partecipazione. Ci sono già due disponibilità: Cordì e Oprandi. Sono persone per bene e conoscono la città. A loro si possono aggiungere altri. Se non ci si crede lo si dica con chiarezza. E visto che i big del centro sinistra, vedi Adamoli e Marantelli hanno deciso di stare in panchina, e non sono disponibili per la partita amministrativa, piuttosto si pensi a far giocare la squadra della primavera. Quanto meno potrebbe portare una ventata di freschezza, e magari si divertono e fanno divertire.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Dicembre 2010
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