Morto sul lago, tradito dalla passione per il canottaggio
Francesco Niada, 80 anni, nato a Varese e residente in città, è deceduto dopo aver subito un incidente con la sua barca da canottaggio. Inutile il tentativo di rianimazione
La sua passione l’ha tradito. Francesco Niada, 80 anni, architetto nato a Varese e residente in città, è
deceduto dopo aver subito un incidente con la sua barca da canottaggio. Niada era uscito di prima mattina per il suo consueto giro sul lago: partito dalla Schiranna per recarsi all’Isolino Virginia, è stato sorpreso dal vento che lo ha spinto nel canneto di Cazzago Brabbia, poco lontano dal punto nel quale vennero ritrovati la canoa gonfiabile ed il corpo del piccolo Renzo Visintini nel 2006. L’uomo ha probabilmente tentato di uscire dalla barca per raggiungere la riva a piedi, ma il suo progetto è fallito e la sua vita è finita nelle acque gelide del lago. L’allarme è scattato poco dopo le 10: la moglie di Niada ha avvertito il figlio Carlo, il quale si è subito recato al pontile di Bodio Lomnago, dove i vigili del fuoco hanno fissato la base per le ricerche. Un elicottero ed un gommone si sono messi alla ricerca del mezzo disperso e dell’uomo, trovato più di due ore dopo. Gli uomini del Saf hanno tentato di rianimarlo e le manovre di soccorso sono proseguite anche sul pontile, una volta trasportato a riva, intorno alle 12.30. Tutto purtroppo si è rivelato inutile: Francesco Niada è stato dichiarato morto in ospedale a Varese (dove è arrivato ipotermico e in arresto cardiaco) poco dopo le 15.20.

Ad assistere ai tentativi dei soccorritori il figlio
dell’uomo, Carlo: «Se ne è andato seguendo la cosa che amava di più – spiega -. Una morte serena, migliore di tante altre. Non è la prima volta che ha avuto dei problemi: gli era già capitato due volte, ma è successo in altre stagioni. Con la temperatura dell’acqua di questi giorni c’era poco da fare. Credo sia stato sorpreso dal vento: era un canottiere esperto, un vero appassionato». Il vento che nei momenti dei tentativi di salvataggio era davvero forte, tanto da piegare le cannette e sferzare i volti di chi, vanamente, ha provato a rianimare l’uomo. Un vento infido, che si alza all’improvviso, come ci hanno spiegato gli esperti di lago quando ci fu l’ultima tragedia, nel 2006. Questa volta a pagare con la vita è stato Francesco Niada, 80 anni vissuti con la passione per il canottaggio.

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