Processo Lolita bis, nuove prove contro Bossi e Motta
Il processo riguarda il singolo episodio di concussione in seguito al progetto di capannoni industriali in viale Stelvio, a Gallarate, prima bloccati e poi sbloccati, dopo l'assunzione di Federica Motta da parte del costruttore Paggiaro
Un orologio d’oro regalato dal costruttore Leonida Paggiaro all’allora capo dell’ufficio tecnico del comune di Gallarate Gigi Bossi nel 2003 e una presunta mazzetta del 2006, oltre all’assunzione di Federica Motta come progettista per l’operazione edile di via Stelvio a Gallarate. Sono tornati in aula davanti al giudice, questa mattina martedì, per l’udienza preliminare Nicoletta Guerrero i protagonisti della vicenda collegata all’inchiesta Lolita ma per uno stralcio che riguarderebbe un singolo episodio di concussione.
Il procedimento, infatti, è nato a Verbania nel corso di un’altra inchiesta che vedeva protagonista il noto costruttore edile Leonida Paggiaro già grande accusatore di Nino Caianiello e dell’architetto Maino. Da Verbania, poi, lo stralcio è arrivato sulla scrivania del pm Roberto Pirro che ha proceduto separatamente rispetto alle altre vicende confluite nel processo Lolita.
Nell’udienza di questa mattina il pm ha chiesto di depositare i verbali di nuovi interrogatori nei confronti di una dipendente dell’ufficio tecnico di Gallarate e i progetti del primo progettista incaricato Massimo Airoldi e di Federica Motta, compagna di Gigi Bossi scelta come progettista al posto di Airoldi che, secondo l’accusa, fu costretto a farsi da parte. Il pm, con questi nuovi atti, spera di dimostrare che i due progetti sono praticamente identici ma che quello di Airoldi fu respinto dall’ufficio tecnico mentre quello della Motta venne accolto senza problemi pur essendo lo stesso.
Secondo la difesa di Federica Motta, rappresentata dall’avvocato Tiberio Massironi, i nuovi elementi non dovrebbero essere accolti dal giudice in quanto presentati fuori tempo massimo: «Ci siamo opposti a questa richiesta – ha detto Massironi – la giudice si è riservata di decidere». Il processo riprenderà l’8 gennaio con rito abbreviato e solo in quel momento la giudice deciderà se accogliere o meno le nuove documentazioni fornite dall’accusa.
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