Cellulari ed elettromagnetismo: parliamone
Presentazione del progetto Camelet di Comune, Asl e Università
E’ stato presentato questa mattina, con il sindaco Attilio Fontana, gli assessori Patrizia Tomassini e Luigi Federiconi, il direttore sanitario dell’Asl Giorgio Marmondi, la responsabile U.O. Radioprotezione e attività territoriali correlate di Asl, Nadia Bianchi e Andrea Calbi del dipartimento di medicina e Sanità pubblica, Università di Varese, il progetto Camelet.
Obiettivo: promuovere una corretta informazione sul tema dell’elettromagnetismo ed un consapevole utilizzo dei telefoni cellulari. E’ stato realizzato un opuscolo informativo, che sarà distribuito alle scuole del Comune di Varese che hanno aderito al progetto, per quest’anno scolastico la Don Rimoldi e la Salvemini.
Spiegano il sindaco e il dottor Zeli nell’introduzioni all’opuscolo: «Nell’ultimo decennio, lo sviluppo dei sistemi di comunicazione è stato inarrestabile: basti pensare a quanto siano divenuti comuni nella nostra prassi quotidiana, lavorativa e non, parole e funzioni come internet e tv satellitare. Conseguentemente a questo processo, le città hanno inevitabilmente assistito alla comparsa di impianti per le telecomunicazioni elettroniche. L’installazione di ogni nuovo impianto è accompagnata dalla nascita di uno o più comitati di cittadini che, comprensibilmente, sollevano timori sul potenziale depauperamento dei valori paesaggistico-ambientali e sull’innocuità dei campi elettromagnetici».
Per rispondere alle esigenze della cittadinanza, in questi anni il Comune di Varese si è impegnato sul tema della telecomunicazione elettronica, portando a frutto un apposito regolamento, forse unico nel panorama regionale, che prende a cuore e disciplina tanto gli aspetti della compatibilità paesaggistica quanto quelli della comunicazione trasparente con il cittadino e della tutela della sua salute, attraverso una meticolosa campagna di monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico sul territorio. L’impegno per promuovere stili di vita consoni al mantenimento di una buona salute, sul piano fisico oltre che psichico e relazionale, ha coinvolto negli ultimi anni tutta l’ASL nelle sue diverse articolazioni organizzative.
«I progetti finalizzati alla diffusione di una cultura attenta alla prevenzione – precisano i promotori – potranno dare i loro frutti negli anni a venire, quando i giovani, ai quali abbiamo parlato di salute come bene assoluto e primario, entreranno attivamente nella vita civile dotati di un sapere utile alla valorizzazione del benessere. Tutto questo potrà tradursi in una vera risorsa per il futuro a patto che i cittadini di oggi e di domani siano veramente in grado di scegliere con consapevolezza l’uso e non l’abuso delle nuove modalità di comunicazione, con uno sguardo competente alla sostenibilità ambientale ed alla salute individuale e collettiva».
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