“Ci mancavano le pecore, per rubare il lavoro ai giardinieri”
Questo è l'inaspettato commento del presidente di Confagricoltura Varese, Pasquale Gervasini, alla notizia delle "pecore giardiniere". Ma Whirlpool spiega che il lavoro non l'ha perso nessuno, anzi....
«Ci volevano anche le pecore».
E’ serissimo, Pasquale Gervasini, quando commenta la notizia delle “pecore giardinere” che in Whirlpool hanno “sistemato il prato” in un weekend, brucando cinque ettari di zone verdi in 1200 capi.
«Non è una iniziativa lodevole, da enfatizzare – precisa infatti il presidente di Confagricoltura Varese – Questa presunta idea "ecosostenibile" delle pecore che brucano l’erba sembra in conflitto con l’attività delle aziende di manutenzione del verde, come se il loro lavoro fosse antiecologico. Ma il loro lavoro non lo è. E dove finiscono queste aziende se questa idea prende piede?»
Quello che ai più fa sorridere, e che per parecchi è pure una buona idea che fa contenti tutti – pastori e proprietari di prati – al presidente di Confagricoltura fa arrabbiare: «E’ una follia» commenta alla fine.
Gervasini quando parla invocando la “follia” dell’idea pensa alle “qualche centinaia” di aziende in provincia di Varese che si occupano di manutenzione del verde, e occupano all’incirca “un migliaio di addetti”: «Un settore che è già piegato dalla crisi e dal lavoro nero. E che ora si deve sentire minacciato persino dalle pecore».
Una proposta, peraltro, che sta montando da tempo: «Prima di diventare ministro, Zaia aveva detto qualcosa del genere a proposito dell’efficienza delle capre – conclude il suo "sfogo" Gervasini – Però è come dire che per lavare la macchina è sufficiente aspettare la pioggia».
«In realtà non è stato rubato il posto a nessuno – Precisa però Pierre Ley, responsabile delle relazioni coi media di Whirlpool Emea – La ditta che fa questa manutenzione, e che lavora con noi da tanti anni, è stata coinvolta fin dall’inizio. Le pecore si sono occupate di una zona scoscesa, e il risparmio creato da questa operazione ha creato le risorse per dare altro lavoro a quella stessa ditta. Tant’è vero che ci hanno aiutato proprio loro a portare l’acqua al gregge. Ribadisco la nostra piena soddisfazione nel lavoro e la convinzione nella bontà della nostra scelta»
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