“In Libia lavoravamo, siamo scappati dalla guerra”

Ebrima Bar ha 25 anni, viene dal Gambia, in Libia faceva il muratore e il carpentiere anche per imprese italiane. "Ci hanno dato da mangiare, ma non dormiamo da due giorni"

Vengono dalla Sierra Leone, dal Mali, dalla Nigeria, dal Gambia. I profughi arrivati a Gallarate sono tutti dell’Africa nera, gente che, scappata da guerre e dittature, era in Libia a lavorare. Ebrima Bar ha 25 anni, è uno dei profughi che parla inglese: «Siamo arrivati il 5 aprile a Lampedusa, viaggiando con una barca. Siamo scappati dalla guerra in Libia. Facevo il muratore e il carpentiere, ho lavorato per tante compagnie, anche una italiana in Libia, la Damiani. Tutti lavoravamo in Libia. Dopo Lampedusa ci hanno portato a Bari e dopo qua». Da due giorni vengono trasferiti da una parte all’altra: prima a Bresso, ora a Gallarate dove si ritrovano in strada: «Oggi ci hanno dato da mangiare, grazie, sia pranzo che cena. Ma siamo stanchi, sono due notti che non dormiamo». Alcuni cercano di capire cosa succede, altri si abbandonano sui sedili dei furgoni bianchi, accanto a loro ci sono i volontari della Protezione Civile, anche loro al lavoro da quasi 24 ore. I ragazzi africani – molti profughi due volte, fuggiti prima dal loro Paese e poi dalla Libia – sono richiedenti asilo.
«Sono ragazzi gentili, non si sono mai lamentati, mai hanno alzato la voce nonostante la situazione» racconta un volontario della ProCiv. Anche lui passerà la notte con loro, sui furgoni, ai margini della superstrada per Malpensa.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Maggio 2011
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