Il magistrato ferma il funerale, l’ospedale non segnalò la morte sospetta
La Procura di Busto ha fermato le esquie di un 42enne tossicodipendente morto in circostanze da chiarire. L'ospedale S'ant'Antonio Abate non aveva informato il magistrato di turno che ora indaga per omesso referto
Lo hanno trovato recuperato morente in un bosco di Gallarate ma non hanno avvisato l’autorità giudiziaria. Per questo la Procura di Busto Arsizio ha fermato il funerale di un 42enne, Antonio Bertorelle tossicodipendente ed etilista, morto nella notte tra il 28 e il 29 giugno scorso dopo essere stato avvistato da un gruppo di ragazzini in fin di vita in un bosco. Il personale dell’ambulanza lo ha recuperato e portato al Sant’Antonio Abate di Gallarate, il personale medico lo ha ricoverato ma per lui non c’è stato niente da fare: il referto dice arresto cardio-circolatorio ma nulla si sà sulle cause reali della morte. Tra la sera del 28 giugno e questa mattina 30 giugno, nessuno dell’ospedale si è premurato di segnalare il fatto all’autorità giudiziaria. A scoprire il caso è stato il commissariato gallaratese che, dopo aver raccolto le testimonianze di alcuni tossicodipendenti, ha approfondito la questione scoprendo che della morte erano stati informati i soli familiari.
Ora il magistrato di turno Francesca Parola ha aperto un fascicolo per omesso referto a carico di ignoti e ha predisposto l’autopsia, non prima di averne bloccato le esequie. La Procura vuole vederci chiaro e capire quali siano le reali cause della morte. Per il momento si sà solo che nel luogo dove è stato trovato non erano presenti siringhe e che al momento del ritrovamento perdeva sangue dalla bocca. Le ipotesi vanno dall’overdose all’assunzione di una sostanza stupefacente tagliata male fino al pestaggio da parte di qualche spacciatore per questioni di soldi. Ogni ipotesi è aperta e solo l’autopsia potrà dire con certezza quale è stata la causa del decesso.
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