L’ultimo giorno di Adriano Gallina: “Non rinunciamo a una realtà viva”
Il direttore della Fondazione Culturale termina il suo incarico. Di fronte ai problemi emersi spiega il lavoro fatto, anche per l'equilibrio economico, e la speranza per il futuro
Adriano Gallina termina il suo incarico come direttore generale della Fondazione Culturale. Traccia qui un bilancio e parla anche dei problemi emersi recentemente e del futuro di una realtà importante per tutta la provincia.
Con riferimento a quanto emerso recentemente in rapporto alla grave situazione di disavanzo della nostra Fondazione ritengo opportuno e doveroso – in aggiunta a quanto già dichiarato dal Presidente Lainati in questi giorni – chiarire e precisare quanto segue.
1. Il disavanzo di bilancio della Fondazione non emerge oggi. Si tratta in realtà di una tema che – incessantemente – per oltre due anni abbiamo discusso con l’Amministrazione Comunale di Gallarate, in particolare con il precedente sindaco Nicola Mucci, nel tentativo di individuare una soluzione definitiva al problema.
2. Si trattava, si tratta, di un problema che ha molte cause, in parte – ma solo in parte – certamente riconducibili ai costi probabilmente eccessivi (ma per certi versi necessari) sostenuti nel corso del primo triennio di vita di teatri che prima non c’erano: costi legati allo start-up, alla promozione, alla necessità di costruire e rintracciare il pubblico ed una nostra fisionomia culturale ed artistica, un’immagine e una sostanza, un tipo di programmazione compatibile quantitativamente e qualitativamente con l’effettiva ricettività della città. Un primo triennio caratterizzato per certi versi, quindi, da un inevitabile percorso "per tentativi ed errori". Ma anche – come consapevoli scelte culturali – da attività lodevolissime ma pressoché prive di redditività, che si sono protratte sino ad oggi: dal festival FilosofArti all’iniziativa Scuola/Impresa, dall’apertura spesso gratuita del Teatro del Popolo alla partecipazione dei giovani e degli studenti, all’intera attività di formazione della nostra scuola di teatro, a Via Paal.
3. Si tratta, al contempo, di un problema che nasce – in essenza e soprattutto – a causa delle caratteristiche tecniche e logistiche del principale teatro che ci è stato affidato in gestione, il Teatro Condominio "Vittorio Gassman": (a) Un teatro di capienza medio-bassa (647 posti nominali almeno un centinaio dei quali pressoché inutilizzabili a causa della scarsa visibilità), che quindi non consente neppure per gli spettacoli a maggior chiamata di pubblico una credibile e sistematica possibilità di produzione di utili; (b) Un teatro, tuttavia, pregevolissimo ma molto complesso – e in parte inadeguato – sul piano tecnologico, con costi di manutenzione ordinaria di straordinaria rilevanza e sostenuti direttamente e in toto dalla nostra Fondazione: un dato che, unitamente ai costi organizzativi e ai minimi recitativi (il numero minimo di spettacoli in programmazione) definiti dalla convenzione in essere con il Comune, ha evidenziato piuttosto rapidamente come il contributo ordinario fosse di fatto insufficiente al raggiungimento dell’equilibrio di bilancio.
4. Non è infatti un caso che – tre anni fa e in occasione di una seduta della commissione cultura – il Presidente Lainati abbia segnalato la necessità di un aumento, che non ottenemmo, del nostro contributo da convenzione (che d’altra parte avevamo definito prima dell’inaugurazione dei due teatri). Il dato di sofferenza era dunque chiaro, esplicito e pubblico – quantomeno per quanto riguarda le nostre comunicazioni – già allora.
5. Si rendeva tuttavia comunque necessaria una soluzione, in assenza della revisione del nostro contributo. E peraltro una soluzione per il passato e per il futuro – in occasione della partecipazione del sindaco Mucci ad una seduta del nostro C.d.a. il 5 novembre 2010 – pareva fosse stata individuata attraverso tre percorsi, come del resto si può evincere dal relativo verbale: (a) da un lato in una forte ed estremamente drastica razionalizzazione dei costi interni della Fondazione; (b) contemporaneamente nella stipula di una nuova convenzione che prevedesse il trasferimento di almeno una parte dei costi manutentivi in carico al Comune; (c) con riferimento al debito accumulato, nell’individuazione – attraverso i residui di bilancio e altri appostamenti – di forme di riconoscimento ex post dei costi sostenuti in ordine alle manutenzioni così da ripianare progressivamente il consolidato. Se il secondo punto è stato (almeno in via "tendenziale") accolto, il terzo punto è invece naufragato contestualmente alle anticipate dimissioni del sindaco Mucci: il nodo del disavanzo passato, quindi, è rimasto del tutto irrisolto (così come, va detto, sono sfumati – a vantaggio di altro soggetto – contributi già "in predicato" assegnati alla nostra Fondazione sui residui di bilancio 2010 proprio in vista di una progressiva soluzione). E’ questa, del resto, la motivazione principale, sempre esplicitata, per la quale, in ogni occasione, il Presidente Lainati ha comunicato la sua disponibilità a rimanere: proprio per la sua rigorosa assunzione di responsabilità rispetto alle sorti anzitutto finanziarie della nostra istituzione.
6. Mi interessa però soprattutto, ora, evidenziare il nodo fondamentale del presente (e quindi, forse, del futuro, se un futuro ci verrà dato): quanto al primo punto, infatti, il nostro esercizio e la nostra stagione 2010/2011 – che si chiude oggi – sono state caratterizzate, è bene che si sappia, da una riduzione molto sensibile di pressoché tutti i costi variabili, nel parallelo tentativo – crediamo riuscito – di garantire, comunque, un alto profilo della nostra programmazione ed attività, per un risparmio complessivo, rispetto allo scorso esercizio, di oltre 300.000 €. Questo sforzo ci consente oggi – e avremo occasione di illustrare questo dato in occasione del tavolo di lavoro previsto in Comune tra una decina di giorni – di chiudere il bilancio senza passività e anzi, per la prima volta, con un significativo utile di esercizio (un dato che ci consentirà, tra l’altro, di ridimensionare parzialmente – e avremo cura nei prossimi giorni di elaborare e rendere pubblici i dati – il vortice di cifre un po’ sovradimensionate che in questi giorni sono state comunicate ai e dai media).
7. Ma un dato, soprattutto, che evidenzia come la Fondazione abbia oggi finalmente trovato – dal punto di vista qualitativo e quantitativo – il proprio fondamentale punto di equilibrio, che tutti, del resto, individuavano nella scadenza del quinquennio. E che, di conseguenza, mantenendo l’ordine di spesa su questi livelli (e, sia detto con reale convinzione, sostenendo con forza la salvaguardia e tutela del posto di lavoro dei nostri necessari – e assolutamente non eccessivi sul piano numerico – lavoratori dipendenti a tempo indeterminato) è senz’altro possibile immaginare, in forma condivisa con la nuova Amministrazione, un ulteriore, nuovo e significativo progetto di miglioramento progressivo per il futuro. Sempre che si ritenga ancora utile, sul piano culturale e civile, il senso ed il lavoro della Fondazione.
8. Quanto alla mia posizione: formalmente il mio incarico – sulla base delle mie dimissioni anticipate annunciate a febbraio – scade oggi. Da domani, e fino al termine di questa fase delicatissima, il mio lavoro per la Fondazione proseguirà ma avrà carattere esclusivamente volontario.
Due parole conclusive.
In questi anni, o quantomeno fino a tempi recenti, tutto il nostro lavoro è stato promosso, sostenuto, indirizzato e condotto in autonomia ma sempre nel costante – e quotidianamente rinnovato – apprezzamento (in pubblico e in privato) da parte dell’amministrazione comunale, sul piano gestionale ed artistico. Di fatto, abbiamo operato sempre come braccio esecutivo dell’amministrazione in campo teatrale, consentendo alla città di Gallarate – anche grazie alle nostre scelte – di diventare una sorta di modello ineludibile di riferimento culturale per il territorio provinciale ma anche per l’intera regione. Abbiamo provato a declinare in questi anni un’idea alta ma partecipata (e il più possibile popolare) di funzione pubblica dello spettacolo dal vivo. Ci siamo sempre ispirati a questo scopo, in questi anni, e oggi crediamo – osservando anche la progressiva ma visibilissima trasformazione della composizione anagrafica e sociale del pubblico – di aver percorso la strada giusta, verso un teatro dei cittadini, un teatro abitato. Abbiamo portato in città il grande repertorio internazionale, i grandi nomi e la grande musica d’autore ma anche gli spettacoli per bambini, il teatro di sperimentazione, "Via Paal"…
Se in queste scelte stavamo commettendo degli errori qualcuno avrebbe dovuto fermarci. Qualcuno avrebbe dovuto darci delle alternative politiche di indirizzo. Questo si chiede alla politica. Qualcuno avrebbe dovuto, per esempio, dirci che dovevamo dedicarci maggiormente alle "realtà locali" – che alcuni ci accusano (del tutto ingiustamente ma non è questo il luogo per affrontare il tema) di aver "soffocato" – o ad una programmazione più nazional-popolare… Anche quando è emerso e abbiamo posto il problema enorme dei costi – e anche in occasione della più recente programmazione – non abbiamo avuto che promesse, da un lato, e incitamenti ed apprezzamenti dall’altro. Cos’avremmo dovuto fare?
Se abbiamo sbagliato lo abbiamo fatto – tutti – in assoluta buona fede e al servizio di una certa idea della cultura. Si corregga, si ridimensioni, si individuino nuove progettualità: ma, per favore, ora che è realmente possibile andare avanti non si decida di gettare via il bambino con l’acqua sporca (e mi attribuisco volentieri questo secondo ruolo). Non si rinunci ad una delle più significative realtà della cultura espresse nel nostro territorio.
Adriano Gallina
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
bianca1977 su Varese si prepara a dire addio alla piscina di via Copelli: al suo posto si valuta un impianto per la pallavolo
Fabrizio Tamborini su Elly Schlein a Varese: “È una vergogna che prosegua l’occupazione di Gaza, e il silenzio del governo Italiano è complicità”
Felice su Latitante 20enne arrestato a Saronno dai Carabinieri: era evaso dai domiciliari
PaoloFilterfree su Brutale pestaggio in centro a Varese. La testimonianza di un cittadino
Felice su Sabato è il giorno di Va Live Pal: musica, arte e impegno civile ai Giardini Estensi di Varese
gokusayan123 su Varese, arrestato per stalking un 20enne: pedinava una commessa da due mesi
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.