Costi sociali: un residente su dieci ha bisogno di aiuto

Adulti, anziani, disabili, bambini: è vasto il terreno del bisogno. Dal semplice consulto psicologico al contributo per pagare l'affitto. "Occorre un nuovo welfare" commenta il Sindaco

Sono 8.405 i varesini in carico ai servizi sociali del Comune di Varese, circa un decimo della popolazione residente. Si tratta soprattutto di adulti, 3000 che si rivolgono allo sportello ascolto/sostegno o che hanno bisogno di un “accompagnamento sociale” o di un contributo economico. A ottocento varesini va un sostegno  per pagare l’affitto (800 residenti), mentre una cinquantina di residenti ha bisogno di un tetto dove trascorrere la notte o è in lista per avere una casa popolare (900) o chiede aiuto perchè ha uno sfratto pendente (50).

Sono quasi 2300 gli anziani aiutati: un centinaio viene seguitio al proprio domicilio: c’è chi li lava, chi va a fare la spesa, chi pulisce l’abitazione, chi prepara loro il pranzo. Ma ci sono anziani che ricevono un assegno per pagare il riscaldamento (15), vengono sostenuti con un contributo economico vitale o sono ricoverati in strutture a spese del Comune.  
Non va meglio con i bambini. I servizi sociali seguono 2535 storie, di abbandono o maltrattamento (200 bambini), di delinquenza ( 20 ragazzini da recuperare), di ricovero in comunità socio educative (50) o “semplicemente” di prevenzione per evitare una deriva pericolosa ( sportelli di ascolto, educativa di strada, incontri con genitori e insegnanti).
C’è poi il capitolo della disabilità, con 520 varesini in carico ai servizi sociali che li aiutano nelle faccende domestiche quotidiane o li mantengono in strutture residenziali o diurne a secondo della gravità dell’handicap. Anche per loro, come per gli anziani, le risorse pubbliche vengono impiegate anche per pagare un contratto di affitto (30 residenti) o il riscaldamento ( 60), per aiutarli a mantenere una vita indipendente o per inserirsi in un ambiente di lavoro (200).
« Sono tanti i bisogni a cui siamo chiamati a dare risposte – commenta il sindaco di Varese Attilio Fontana – La vita è complessa e la nostra società ha perso alcune garanzie caratteristiche importanti come, per esempio, la famiglia allargata. L’evoluzione comporta la nascita del bisogno a cui, quest’anno, riusciamo a dare piena risposta perché siamo andati a tagliare tutto ciò che si poteva. Dal prossimo anno, però, con i continui tagli delle risorse, non potremo continuare a garantire tutto. Occorrerà avviare al più presto un nuovo modello di welfare che punti su una rete di sostegno, evitando, per esmepio, che due istituti si sovrappongano per la stessa richiesta. Occorre coinvolgere il terzo settore. Nel corso del convegno del 29 giugno scorso ho fatto proprio richiesta di un nuovo modello social

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Luglio 2011
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