Hamid accoglie i fratelli: “È mio dovere di cittadino gallaratese”
La comunità islamica e quella pakistana già attive per i rifugiati: oggi si sentono gallaratesi e sentono di dover contribuire anche loro
Da stranieri arrivati anni fa a cittadini che accolgono i profughi scappati dalla guerra. È una bella storia quella che vede impegnati i responsabili delle comunità di stranieri presenti a Gallarate: per la prima volta hanno deciso di dare una mano, di mettersi in prima linea per aiutare i rifugiati arrivati. «Pensavamo di poter fare qualcosa di buono per aiutare i nostri fratelli e anche il Comune» dice con semplicità Hamid Khartaoui (a destra nella foto). Autotrasportatore, responsabile della comunità musulmana, si è presentato subito quando c’è stato da fare. Cittadino Marocchino, Hamid parla bene sia l’arabo che il francese e fa da mediatore anche con i ragazzi africani scappati dalla Libia. Accanto a lui c’è anche Mohammed Noor (al centro), responsabile della comunità pakistana a Gallarate: lunedì sera il gruppo di rifugiati è ospite a casa sua per cena. Si sentono cittadini e sentono di dover dare una mano, di fare la loro parte. Il coinvolgimento degli stranieri è un segnale, un bell’esperimento di collaborazione tra istituzioni e forze della società civile (in questi giorni si organizzano anche altre sigle, oltre alle parrocchie).
«I ragazzi saranno ospiti quando vogliono da noi, durante il mese di Ramadan, daremo loro da mangiare» spiega Khartaoui. Perché tra le cose da affrontare c’è anche il fatto che molti rifugiati sono musulmani e quindi durante il Ramadan digiunano e mangiano la sera. «Per il 6 di agosto stiamo pensando anche ad un incontro insieme» dice Hamid, che nonostante il lavoro e la famiglia è instancabile organizzatore (l’anno scorso fece un bell’incontro con la comunità cattolica, sotto il tendone del Ramadan). Quando chiedi ad Hamid se lo fa perché l’accoglienza è dovere di un buon musulmano, lui risponde con una (forse inconsapevole) lezione di laicità: «Beh, è anche dovere di un buon cittadino gallaratese, no?».
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