Il destino separato dei due baby killer
Dopo le motivazioni delle sentenza per il delitto Catic, solo gli avvocati di Bacchetta affronteranno il ricorso per l’appello
Per la giustizia pari sono. Ma i loro avvocati non ci stanno: accomunati nell’omicidio con identica pena, prenderanno strade diverse. Dopo le motivazioni della sentenza di primo grado, i legali di Jacopo Merani (Alberto Zanzi e Fabio Ambrosetti) considerano concluso il loro compito e non proporranno alcun ricorso, mentre quelli di Andrea Bachetta (Fabio Margarini e Anna Lago) confermano che cercheranno di ribaltare il risultato in appello e considerano penalizzante per il loro assistito la decisione del gup Giuseppe Fazio.
C’è una diversa valutazione di quanto accaduto (nonostante i 20 anni e 2 mesi comminati e entrambi). Gli avvocati Alberto Zanzi e Fabio Ambrosetti concordano in pieno con il giudice, che in sostanza ha scritto: non c’è un movente apparente, tranne la malattia di Merani. Lo hanno sempre sostenuto, puntando a uno sconto di pena in considerazione del fatto che il loro assistito è un ragazzo che, fin da bambino, era stato curato da psichiatri e medicine: il consulente del giudice Ambrogio Pennati lo ha considerato in una sorta di anticamera della pazzia, anche se non al livello massimo che ne avrebbe determinato la totale irresponsabilità giuridica.
Gli avvocati del complice, Andrea Bachetta, cercheranno di dimostrare come non vi sia motivo per attribuire al loro assistito le stesse responsabilità, partendo proprio dalla mancanza di una premeditazione emersa dalle motivazioni della sentenza. Se il massacro nasce per la seminfermità mentale di Merani, Bacchetta è ipoteticamente estraneo dalla scintilla che porta al massacro (il pm però ha sostenuto una tesi opposta, e cioè che Bacchetta voleva vendicarsi per un tentativo di pestaggio). In aula la difesa aveva presentato una lunga e particolareggiata memoria difensiva in ragione della quale Bacchetta avrebbe partecipato all’omicidio perché spaventato da quanto stava accadendo; potrebbe dunque aver assecondato l’amico anche per paura di esserne travolto con violenza. Gli avvocati Margarini e Lago cercheranno probabilmente anche di attribuire una diversa valutazione della testimonianza di una donna che udì le urla della prima aggressione alle Bustecche; e cercheranno di valorizzare l’espressione “metti via quel coltello” che potrebbe aver pronunciato Bacchetta.
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