Panzeri: dopo il sì alla manovra, governo a casa o riforme
L’eurodeputato del Pd alla Festa democratica affronta temi legati all’economia locale e alla crescita. E alla Lega: “Attenta ai superleghisti”
«C’è sempre il rischio di trovare leghisti più leghisti dei leghisti». Con un gioco di parole, ma nemmeno troppo ingarbugliato Antonio Panzeri (foto), eurodeputato del Pd, affronta la questione dei ristorni dei frontalieri. Un tema caldo su cui chiedere un’opinione al parlamentare di Strasburgo, in città per la Festa democratica.
Il tema della serata, che si è trasformata in un colloquio a 360 gradi con la stampa locale, era “Una nuova Europa per il futuro”. Argomento alla moda, di questi tempi, con la crisi dell’euro e delle economie domestiche alla mercé degli speculatori. Ma andiamo per gradi. Primo: cosa si dice, in Europa, dell’Italia?
«Non si parla male perché siamo un paese dalle solide basi economiche – esordisce Panzeri – . Ma soffriamo dell’immagine di un governo in difficoltà ad affrontare politiche economiche capaci di migliorare i conti e l’economia. Le recenti vicende elettorali del nostro paese, inoltre, hanno pesato sull’opinione pubblica europea».
Cosa occorre per migliorare la situazione?
«Dal punto di vista emotivo deve uscire lo scatto d’orgoglio di cui parla il Presidente Napolitano. Non siamo come Grecia o Portogallo, la nostra è un’economia più forte ma in molti vedono questo “gioco all’italiana” che sta facendo il Governo, e i mercati se ne accorgono».
Però oggi è passata al Senato la manovra…
«Si, ma non è la “nostra” Finanziaria. Manca un’efficace politica di crescita e di sviluppo»
Un tema molto discusso in queste ore riguarda la finanza locale e il patto di stabilità, se non ci fosse l’Europa…
«Spesso si scaricano sull’Unione responsabilità che non ha. Su questo punto è bene chiarire una cosa: per noi l’Europa è un ancoraggio strategico sul piano economico e finanziario, se non ci fosse sarebbe un disastro. Il problema è come impostare la politica economica del Paese: nella Finanziaria mancano programmi seri di liberalizzazione (in questi giorni la stampa economica si sta occupando della questione, ipotizzando, secondo alcune stime – Perotti, Zingales, IlSole24Ore del 13 luglio scorso – l’introito per le casse pubbliche di 140 miliardi dalla vendita delle aziende controllate dallo Stato nda) di infrastutturazione di innovazione, di ricerca, di politica industriale…».
A livello locale un problema sorto nelle ultime settimane è il blocco del 50% dei ristorni del frontalieri da parte del Canton Ticino. Cosa può fare l’Unione Europea?
«Può essere da volano per concorrere alle buone relazioni tra stati. I frontalieri, in particolare, sono un tema molto importante per l’economia. La questione va affrontata con specifici accordi: sia quella legata ai frontalieri, sia quella relativa alla black list in cui è stata inserita la Svizzera. Su questo devo registrare che la Lega sta via via accorgendosi che più si va a nord, più c’è il rischio che si trovino leghisti sempre più leghisti. E’ una lezione che il Carroccio, che è al governo, deve imparare».
Già, il nord. Oggi c’è stato a Palazzo Marino, a Milano l’incontro fra il sindaco Pisapia e il suo omologo torniese Fassino dove si è parlato di un asse tra le due città per “rilanciare il tema del Nord, per contribuire alla rinascita del Paese”. Si può ripartire da qui?
«In questo momento la Lega è in difficoltà proprio qui al nord, e si vede. E’ qui che abbiamo vinto le elezioni, ed è per questo che da qui abbiamo il dovere di governare».
C’è spazio anche per toccare temi come quello dell’immigrazione e della crisi libica.
«Anche su questo l’Italia deve fare la sua parte senza finti allarmismi, e ancora mi riferisco alla Lega: avete visto nelle ultime settimane un esodo biblico? Io no. Su questo tema cito un solo dato: Il nostro paese ha oltre 56 milioni di abitanti e ha ricevuto circa 38 mila profughi negli ultimi mesi, sia da Tunisia, sia dalla Libia. Ecco la Svezia, paese da 8 milioni di abitanti, nel 2010 ne ha ricevuto 28 mila. In Germania 42 mila. La Francia ne ha accolti 51 mila. Su questa partita, poi, occorre ripensare l’immigrazione come mobilità virtuosa: che fine faranno gli europei se non crescono più dal punto di vista demografico?».
Al tavolo si siedono anche l’ex consigliere regionale del Pd e oggi seguitissimo commentatore politico Giuseppe Adamoli (a destra nella foto), e il direttore del quotidiano on line “Affari Italiani” Angelo Maria Perrino (nella foto, al centro) che chiede all’eurodeputato Panzeri: «Ma cosa accadrà dopo l’approvazione della Finanziaria?».
Panzeri ci pensa un attimo e chiude con un auspicio, più che con la risposta: «Sarebbe di grande utilità che il governo faccia un passo indietro. Questo paese avrebbe bisogno di elezioni subito. In alternativa, occorrerebbe modificare le legge elettorale e riforme strutturali: è molto difficile che quest’ultima ipotesi possa avverarsi».
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