L’allarme dei lavoratori sul futuro di Livingston
Air Italy acquisterebbe il lungo raggio per soli 200mila euro. Ci si interroga sul resto della compagnia e dei dipendenti: "Come si può ripartire solo con il corto raggio?"
«Rischiamo di finire mazziati e poi ancora mazziati». C’è rabbia e disillusione tra i lavoratori Livingston, alle prese da quasi un anno con la crisi della compagnia. Un anno di lotte, di cassa integrazione, di speranze, che ora si infrange sugli scogli dei dubbi sull’offerta di Air Italy. Cosa prevede l’offerta presentata da Air Italy? «L’acquisto dei diritti di rotta sui voli di lungo raggio della compagnia Livingston – spiegano i lavoratori in una lettera aperta – Cuba, Brasile, Caraibi, Sry Lanka etc. ad un prezzo di 200mila euro». Prezzo del tutto irrisorio secondo un gruppo di lavoratori di Livingston valore che la compagnia di acquisto ammortizzerebbe nel giro di uno o due mesi. Inoltre l’offerta comprenderebbe anche l’assorbimento di circa 100 persone: una parte minima dell’organico Livingston, mentre è da sottolineare è il fatto che l’attuale gruppo Meridiana, acquirente di Air Italy, ha già in cassa integrazione oltre 900 persone. Privata del ramo "lungo raggio" su cui si puntava inizialmente, a Livingston in questo modo cosa resterebbe? «Per ora solo l’ipotesi di una partenza da soli con 1 o 2 velivoli corto raggio entro metà ottobre, pronti per la stagione invernale. C’è solo un problema, la stagione invernale per il corto raggio è la peggiore dell’annoper il costi fissi e per gli scarsi incassi causati dai limitati voli effettuati. Risultato: manovra difficilissima! Ora si capisce perché Mazziati e poi ancora Mazziati: pochi soldi per le vendite delle rotte, impoverimento della compagnia e difficile attuazione del Master Plan della futura Livingston!». Sul futuro delle trattative, i lavoratori vedono anche l’ombra delle pressioni di Alitalia, in particolare sulla dimostrazione d’interesse da parte di Riccardo Toto, figlio del fondatore di AirOne. «Offerta che, però, veniva subito bloccata dall’Amministratore di Alitalia, Sabelli, che, facendo leva su accordi intercorsi tra le parti al momento di acquisto di AirOne da parte di Alitalia, della durata di 5 anni, intimava a Riccardo Toto di abbandonare l’idea per evitare un’onerosa penale rimborso di 150 milioni! Accordo però fatto con il padre Carlo Toto e che scade nel 2012. Il colosso che ha paura del topolino!»
I lavoratori sono dubbiosi anche sull’atteggiamento tenuto dai sindacati: «c’è stato un netto rifiuto da parte del sindacato Unione Piloti, mentre CGIL ad oggi non si è ancora espressa ufficialmente; ma non resta molto tempo ormai per decidere visto che lunedì 5 settembre è programmato un incontro al Ministero del lavoro per decidere. A questa ipotesi di accordo con Air Italy i lavoratori di Livingston dicono no. Basta perdere tempo, basta promesse, i lavoratori vogliono continuare a lavorare e non vogliono assistenzialismo. Vogliono partire si da soli, ma con i voli a lungo raggio e con le rotte più redditizie. I lavoratori vogliono un mercato libero, con libera concorrenza e assenza di pressioni politiche di Alitalia, azienda privata, per far si che l’ipotesi di offerta di Riccardo Toto possa esser presentata e valutata. I lavoratori di Livingston vogliono che l’ex proprietario e tutti i responsabili paghino per quanto commesso, che i loro errori siano messi sotto una lente di ingrandimento per capire che cosa non ha funzionato e perché si è arrivati a questa situazione. 600 persone sono in attesa di riprendere il loro posto di lavoro».
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